lunedì 17 settembre 2012

MOVIMENTI E ANNIVERSARI USA. REDAZIONE, Occupy Wall Street un anno dopo, assedio alla borsa di New York, L'UNITA', 17 settembre 2012

Occupy Wall Street compie un anno e ha organizzato per l'anniversario una protesta ambiziosa: bloccare la Borsa di New York, il cuore del sistema finanziario oggetto delle proteste.



sabato 8 settembre 2012

HONDURAS. IMPRENDITORI USA PRIVATIZZANO CITTA' IN HONDURAS. COTRONEO R., Città «privatizzate» in Honduras , IL CORRIERE DELLA SERA, 8 settembre 2012

Avranno legislazione, sistema fiscale e polizia autonome

RIO DE JANEIRO — Una città senza Stato, senza politici, con poche tasse e tutte locali. Con la proprie leggi, giustizia, polizia, economia e rapporti con l’estero. Non autonoma o indipendente, ma di più: una città privata. Che ricominci da zero, non importa quanto sottosviluppato, corrotto o violento sia il territorio dove sorgerà. Come per esempio, l’Honduras, il Paese che ha deciso di inventarla. La prima metropoli «modello » — questo l’eufemismo — pare proprio che sorgerà sulla costa pacifica di questo piccola nazione centroamericana, che prima si è dotata di una legge quadro costituzionale e ora ha trovato anche chi metterà i soldi. La firma tra il governo e la Mkg, una società immobiliare americana, è di questa settimana. Ha suscitato curiosità e polemiche: in Honduras un gruppo di giuristi ha chiesto che la Corte suprema bocci il progetto. Perché la privatizzazione di una parte del territorio non è accettabile, così come l’extraterritorialità su materie di competenze dello Stato. Sul piatto, ovviamente, ci sono molti soldi e promesse di lavoro per tutti. Michael Strong, della Mkg, parla di 5.000 posti diretti e 15.000 indiretti per la costruzione.


Vedi anche: http://newmedia.ufm.edu/gsm/index.php/Strongfreecities

martedì 4 settembre 2012

GLI USA E TANGENTOPOLI. MOLINARI M., "Così intervenni per spezzare il legame tra Usa e Mani pulite" , LA STAMPA, 29 agosto 2012

A La Stampa l’ultima intervista dell’ex ambasciatore americano
in Italia Reginald Bartholomew:
«La violazione dei diritti di difesa un pericolo per la democrazia»