Eben Alexander, affermato medico di Harvard,
racconta in un libro di imminente uscita la sua esperienza di vita oltre la
vita
MILANO
- Il professor Eben Alexander era sempre stato scettico a proposito di vita
ultraterrena e dei racconti di esperienze extracorporee che gli venivano fatti
dai suoi pazienti. Ma da quando nel 2008 rimase in coma sette giorni a causa di
una rara forma di meningite la sua opinione è parecchio cambiata. La sua storia
è finita sulla copertina di Newsweek, ma anche in un libro intitolato
significativamente "Proof of Heaven" ("La prova del
paradiso", che uscirà il 23 ottobre), e racconta di un'esperienza durante
la quale il medico cinquantottenne ha visitato quello che lui stesso definisce
un luogo «incommensurabilmente più in alto delle nuvole, popolato di esseri
trasparenti e scintillanti».
TRA LA VITA E LA MORTE - Una mattina dell'autunno del 2008 Alexander
si svegliò con un feroce mal di testa e di lì a poco venne ricoverato d'urgenza
in uno degli ospedali dove aveva lavorato, il Lynchburg General Hospital in
Virginia. Qui gli venne diagnosticata una meningite batterica da Escherichia
Coli, una patologia tipica dei neonati, che in poche ore lo condusse al
coma. Per sette giorni il neurochirurgo
statunitense rimase tra la vita e la morte e le frequenti TAC cerebrali e le
accurate visite neurologiche dimostrarono una totale inattività della sua
neocorteccia (nell'uomo rappresenta circa il 90 per cento della superficie cerebrale e viene considerata la sede
delle funzioni di apprendimento, linguaggio e memoria).
LA PROVA DEL PARADISO - Ma mentre Eben Alexander giaceva immobile e
privo di conoscenza, sperimentava anche un vivido e incredibile viaggio
destinato a cambiare la sua esistenza. Tutto ha avuto inizio «in un mondo di
nuvole bianche e rosa stagliate contro un cielo blu scuro come la notte e
stormi di esseri luminosi che lasciavano dietro di sé una scia altrettanto
lucente». Secondo Alexander catalogarli come uccelli o addirittura angeli non
renderebbe giustizia a questi esseri che definisce forme di vita superiore. In
questa dimensione, arricchita da un canto glorioso, l'udito e la vista sono
diventate un tutt'uno. Come ha raccontato a Newsweek il medico
americano: «potevo ascoltare la bellezza di questi esseri straordinari e
contemporaneamente vedere la gioia e la perfezione di ciò che stavano
cantando».
MILIONI DI FARFALLE - Per buona parte del suo viaggio Alexander è
stato accompagnato da una misteriosa
ragazza bionda dagli occhi blu, che l'uomo racconta di avere incontrato per la
prima volta camminando su un tappeto costituito da milioni di farfalle dai
colori sgargianti. Nella memoria del neurochirurgo la giovane aveva uno
sguardo che esprimeva amore assoluto, ben al di sopra di quello sperimentabile
nella vita reale, e parlava con lui senza usare le parole, inviando messaggi
«che gli entravano dentro come un dolce vento». Eben Alexander ne ricorda tre
in particolare. Il primo era «tu sei amato e accudito», poi «non c'è niente di
cui avere paura» e infine «non c'è niente che tu possa sbagliare». Ma
l'accompagnatrice del medico aggiungeva anche: «Ti faremo vedere molte cose
qui. Ma alla fine tornerai indietro».
UN UTERO COSMICO - Proseguendo
il cammino l'autore di Proof of Heaven è infine giunto in un vuoto
immenso, completamente buio, infinitamente esteso e confortevole, illuminato
solo da una sfera brillante, «una sorta di interprete tra me e l'enorme
presenza che mi circondava. È stato come nascere in un mondo più grande e come
se l'universo stesso fosse un gigantesco utero cosmico. La sfera mi guidava
attraverso questo spazio sterminato». Non si tratta certamente del primo caso
di quello che gli anglosassoni chiamano Near Death Experience (esperienze ai confini della morte), ma
di certo turba il fatto che a raccontarla sia un affermato docente di
neurochirurgia, da sempre dichiaratosi scettico al proposito. «Mi rendo conto
di quanto il mio racconto suoni straordinario, e francamente incredibile - ha
dichiarato Eben Alexander -; se qualcuno, persino un medico, avesse raccontato
questa storia al vecchio me stesso, sarei stato sicuro che fosse preda di
illusioni. Ma quanto mi è capitato è reale quanto e più dei fatti più
importanti della mia vita, come il mio matrimonio o la nascita dei miei due
figli».
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