lunedì 11 febbraio 2013

CINEMA IN USA. POVERTA' DI UN PAESE RICCO. ROBERTO ESCOBAR, Nella palude vincono i 'perdenti', L'ESPRESSO, 8 febbraio 2013

E' fuori dal mondo, il mondo di "Re della terra selvaggia" ("Beasts of the Southern Wild", Usa, 2012, 93'). I suoi abitanti lo chiamano the Bathtub, la Vasca, o meglio la Tinozza. Il film dell'esordiente Benh Zeitlin e della giovane sceneggiatrice Lucy Alibar è ambientato nelle paludi della Louisiana, appena fuori da New Orleans. Ma la vicenda della piccola Hushpuppy (Quvenzhané Wallis), di suo padre Wink (Dwight Henry) e degli abitanti neri e bianchi della Tinozza potrebbe svolgersi ovunque, e in un tempo qualsiasi. A parte vecchi motori marini e pochi altri relitti tecnologici della modernità industriale, quel loro mondo fuori dal mondo è spaesante come un luogo arcaico e contemporaneo, familiare ed estraneo.



Man mano che il racconto procede, si scopre che Hushpuppy non ha più la madre, forse morta o forse fuggita dalla palude. Quanto a Wink, una malattia lo sta uccidendo, ma lui rifiuta di curarsi in ospedale. I due vivono in una condizione che in città si chiamerebbe di sopravvivenza precaria, fra polli, maiali e alligatori. Eppure, come dice Hushpuppy, per loro la Tinozza è il più bel posto sulla Terra. E nemmeno l'arrivo annunciato di un uragano disastroso li convince ad andarsene, attraversando per sempre il confine segnato da una diga alta e incombente.

"Re della terra selvaggia" racconta di uomini e di donne che il pensiero dominante chiama perdenti. E certo sono degli esclusi, dei prigionieri della povertà estrema, degli esseri della parte maledetta della società e della Storia. Tuttavia, alla loro miseria orgogliosa e caparbia Zeitlin e Alibar sanno dare non solo dignità, ma anche un valore che tende a farsi universale. Spogliati di tutto, immersi in una naturalità cruda, finiscono per somigliarci.

Sopra di loro gravano paure ancestrali di morte, che nell'immaginazione dei bambini, e nei racconti degli adulti, assume le sembianze degli auroch, animali terribili e fantastici che al galoppo risalgono dalla profondità del tempo. Ma a queste paure - e proprio a causa di queste paure - Hushpuppy e gli altri sanno opporre un coraggio paradossale. In bilico sulla linea precaria che separa il vivere dal morire, e che però anche li unisce, gli abitanti del mondo che sta fuori dal mondo compiono la più antica delle fatiche umane. Rubano il loro (e nostro) mondo al caos che sta tutto intorno, trasformando senza posa il suo disordine in ordine, e la sua mancanza di senso in senso. Di tutto questo la piccola, tenera Hushpuppy è l'eroina. ?????

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