"Siamo inondati dalle immagini di Hollywood e da una visione del mondo filtrata attraverso lo sguardo yankee. Poi vai negli USA e ti accorgi che la realtà è diversa da come gli americani la raccontano, il che ti fa pensare che il modo in cui vogliono essere visti sia lo specchio di un disagio rispetto a quello che effettivamente sono" (A. Dominik, regista australiano)
domenica 16 marzo 2014
lunedì 10 marzo 2014
MINORENNI TECNOCRATI. E. CARETTO, I giovani tecnocrati, geni già al liceo, IL CORRIERE DELLA SERA, 10 marzo 2014
Gary Becker è il premio Nobel dell’economia del 1992. Ha 83 anni, è uno specialista di analisi microeconomica, ed è la star della famosa School of economy di Chicago. Ma per i teenagers di Chicago, della Valle del Silicio in California e forse dell’intera America, è solo il nonno di Louis Harboe, 18 anni, il principe dei tecnocrati della minore età. A 11 anni, Louis disegnò le sue prime icone per computer, a 12 il primo videogame per l’Iphone, e a 13 ricevette un’offerta di lavoro da vari motori di ricerca tra cui Mozilla. Dovette rifiutare perché minorenne, ma nel triennio successivo guadagnò 35 mila dollari disegnando Apps, applicazioni per nuovi sistemi elettronici. Adesso che ha raggiunto la maggiore età, è braccio di ferro tra lui e il nonno premio Nobel. Gary Becker vuole che il nipote si iscriva all’università, che definisce «l’unica strada sicura al successo professionale e finanziario». Louis Harboe si rifiuta, vuole trasferirsi subito nella Silicon Valley. I suoi modelli sono Steve Jobs, il creatore della Apple, e Bill Gates, il padre della Microsoft, società che se lo contendono con alcune altre.
ADOLESCENTI CONTRO GENITORI. M. GAGGI, La figlia che porta in tribunaleuna generazione di genitori, IL CORRIERE DELLA SERA, 10 marzo 2014
NEW YORK — Da fuori una bella famiglia, tranquilla e benestante, i Canning. Genitori e tre figlie di 13, 15 e 18 anni. Nel cuore della classica America suburbana e affluente: casa coloniale di legno con un grande giardino, due cani, le vacanze alla Bahamas. Le ragazze che frequentano ottime scuole private. Ottime e costose. Ma a novembre qualcosa si rompe: appena compiuti i 18 anni Rachel, la più grande, va via da casa. I genitori smettono di pagarle la scuola e lei li denuncia. «Sono egoisti: hanno molti soldi e li spendono in cose inutili. A me, invece, negano il diritto a un’istruzione di qualità, indispensabile per avere successo nel mondo d’oggi». Non è vero, replicano i genitori: è una ragazza ribelle, non rispettava le regole. E’ lei che se n’è andata, mal consigliata dal padre di una sua amica che ora la ospita e la rappresenta in tribunale. Se non torna non paghiamo.
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