Gary Becker è il premio Nobel dell’economia del 1992. Ha 83 anni, è uno specialista di analisi microeconomica, ed è la star della famosa School of economy di Chicago. Ma per i teenagers di Chicago, della Valle del Silicio in California e forse dell’intera America, è solo il nonno di Louis Harboe, 18 anni, il principe dei tecnocrati della minore età. A 11 anni, Louis disegnò le sue prime icone per computer, a 12 il primo videogame per l’Iphone, e a 13 ricevette un’offerta di lavoro da vari motori di ricerca tra cui Mozilla. Dovette rifiutare perché minorenne, ma nel triennio successivo guadagnò 35 mila dollari disegnando Apps, applicazioni per nuovi sistemi elettronici. Adesso che ha raggiunto la maggiore età, è braccio di ferro tra lui e il nonno premio Nobel. Gary Becker vuole che il nipote si iscriva all’università, che definisce «l’unica strada sicura al successo professionale e finanziario». Louis Harboe si rifiuta, vuole trasferirsi subito nella Silicon Valley. I suoi modelli sono Steve Jobs, il creatore della Apple, e Bill Gates, il padre della Microsoft, società che se lo contendono con alcune altre.
Secondo il New York Times , che ha dedicato loro un lungo articolo dal titolo «I più giovani tecnocrati», di Louis Harboe in America ce ne sono tanti. E infatti, la Apple, che alla sua prestigiosa conferenza annuale, la Worldwide Developers Conference , non accettava che i maggiorenni, nel 2013 ha aperto le porte persino ai tredicenni. L’iscrizione costa 1.600 dollari, ma la Apple offre ingressi gratuiti ai 150 ragazzi tecnologicamente più dotati. Il giornale ne ha citati due. Ryan Orbuch di 16 anni, di Boulder nel Colorado, che ha inventato un App per aiutare la gente come lui a non pronosticare: «Lo ho fatto per curare me stesso - ha dichiarato - sono un procrastinatore». E Michael Hansen di 17 anni, che ha elaborato nuovi programmi per le scuole. I due hanno formato una società e in pochi mesi hanno intascato 30 mila dollari. Come Louis Harboe pensano che faranno a meno dell’università. «È un mix micidiale - lamenta il Nobel Becker -. Da un lato, la loro padronanza dell’energetica li gratifica più di ogni altra cosa. Dall’altro, la loro attività è una scorciatoia alla ricchezza. Sbagliano però a rifiutare una più ampia istruzione».
L’America è abituata a vedere sbocciare nel proprio seno i geni della cibernetica. Nel corso dell’ultimo decennio, la loro età si è abbassata, e i ventenni hanno soppiantato i trentenni, che prima avevano soppiantato i quarantenni. Ma oggi sono i minorenni a primeggiare. Molti di loro a 10 anni sono in grado di creare sistemi, videogames ecc. che non soltanto i genitori ma anche i fratelli maggiori non saprebbero concepire e talora usare. La Thiel Fellowship, che assegna 20 borse di 100 mila dollari l’una all’anno a 20 ragazzi, ha riferito che dal 2013 al 2014 le domande sono salite da circa 400 a 550. Danielle Strachman, la sua direttrice, spiega che il fenomeno è dovuto ai progressi dell’elettronica negli ultimi anni, alla facilità e al basso prezzo con cui si reperiscono le più sofisticate attrezzature, e all’entusiasmo minorile. «È un movimento culturale di cui ignoriamo la portata». Un movimento che si estende anche all’Europa. Alla sua conferenza annuale, la Apple ha ospitato tra gli altri un olandese quattordicenne, Puck Meerburg, e una tedesca diciassettenne, Larissa Laich.
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