Il 9 novembre 2016 Stacey Moeller si è svegliata alle 3.45 come ogni mattina, animata da un inconsueto e inatteso sentimento di speranza. Il motivo? Donald Trump. In quelle stesse ore Don Stahly stava lavorando al turno di notte come sempre, quando il capo ha concesso alla sua squadra trenta minuti per festeggiare. Il motivo? Donald Trump. Stacey e Don sono due volti della stessa storia, una storia che attraversa tutti gli Stati Uniti, dagli Appalachi al Midwest fino ad arrivare alle terre culla delle tribù della Grande Nazione. È la storia dei minatori d’America, i «blue collar» del carbone, quel pezzo di maggioranza silenziosa che ha votato per Trump e per la sua controrivoluzione verde, pilastro di «America First». Ed ora questa gente vuole che il presidente mantenga le sue promesse.
"Siamo inondati dalle immagini di Hollywood e da una visione del mondo filtrata attraverso lo sguardo yankee. Poi vai negli USA e ti accorgi che la realtà è diversa da come gli americani la raccontano, il che ti fa pensare che il modo in cui vogliono essere visti sia lo specchio di un disagio rispetto a quello che effettivamente sono" (A. Dominik, regista australiano)
lunedì 28 agosto 2017
domenica 6 agosto 2017
PRESENTIMENTI. PRIMA DI TRUMP. C. ROCCA, Lo sfuggente sogno americano, IL SOLE 24 ORE, 18 novembre 2015
Il paradosso è che l'uomo che predicava la speranza, Barack Obama, è finito con l'assestare un colpo possente all'American Dream. ll sogno americano è l'idea, anzi la certezza, che le cose possano migliorare, che lavorando sodo si riesca a crescere e progredire, che sia ineluttabile guardare al futuro con fiducia e ottimismo. «L'audacia della speranza», diceva Obama prima di essere eletto. Ecco, appunto, chi crede più nel Sogno Americano? Secondo l'Atlantic, oggi gli americani sembrano concentrati a mantenere ciò che hanno, più che a immaginare un futuro promettente e prospero.
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