venerdì 22 luglio 2022

EMERGENZA CLIMATICA. M. GAGGI, America in fiamme, le critiche a Biden, CORRIERE.IT, 21 luglio 2022

 l mondo è in fiamme, dalla California all’Europa e Joe Biden pensa di spegnere l’incendio con un annaffiatoio da giardino». Il commento alle misure annunciate dal presidente Usa per limitare i danni dell’ondata di caldo estremo che colpisce in questi giorni oltre 100 milioni di americani, un terzo della popolazione degli Stati Uniti, è sprezzante e, in parte, ingeneroso: il leader democratico avrebbe potuto fare di più contro il global warming, ma il Green New Deal della sinistra di Alexandria Ocasio Cortez è stato reso impraticabile un anno fa dall’opposizione compatta dei repubblicani e anche dall’ostilità di molti democratici. Più ragionevole, ridotto e meno costoso, il piano di Biden chiamato Build Back Better è stato bloccato dall’opposizione implacabile di Joe Manchin: il senatore democratico del West Virginia il cui voto era essenziale per far decollare centinaia di miliardi di dollari di interventi per la transizione energetica dai combustibili fossili alle fonti rinnovabili e pulite.


Al punto in cui siamo, le misure annunciate l’altra sera da Biden — 2,3 miliardi di dollari di aiuti alle comunità più colpite e 385 milioni di dollari per l’acquisto di condizionatori d’aria per case e scuole, oltre ai 3 miliardi per un miglior isolamento termico degli edifici già stanziati dalla legge per le infrastrutture — sono davvero gocce nel mare del disastro ambientale della maggior economia del mondo: un Paese che ha un Pil pari a oltre dieci volte quello dell’Italia. Biden è sotto accusa per non aver dichiarato lo stato d’emergenza climatica ma, più che mancanza di coraggio (l’emergenza avrebbe dato al presidente più poteri e più soldi, ma avrebbe anche creato un precedente pericoloso), le sue misure sembrano segnare un cambio di atteggiamento: se fino a ieri si continuava a insistere sull’urgenza di intervenire per evitare catastrofi ambientali, oggi si prende atto che siamo già nel disastro climatico. Continua la battaglia per la transizione energetica per evitare che le cose vadano sempre peggio, ma ormai l’attenzione si sposta sugli interventi per limitare i danni di eventi che non possiamo più evitare: quindi barriere contro le alluvioni e l’innalzamento dei mari, tecnologie per rendere vivibili anche luoghi nei quali il caldo è infernale, un’agricoltura capace di dare le stesse rese con meno acqua.

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