domenica 26 marzo 2023

IL RITORNO DI DONALD TRUMP LA VENDETTA 1. SIMONI A., Trump, al via la sua campagna elettorale: “Rieleggetemi e l’America sarà di nuovo una nazione libera. Sarò il vostro Guerriero, la vostra giustizia, la vostra vendetta”, LA STAMPA, 26.03.2023

 Donald Trump ha aperto la sua campagna elettorale da Waco, Texas, il luogo dove trent’anni fa l’Fbi e altre forze federali avevano assediato per 51 giorni I membri di una setta religiosa, quella del Branch Davidians. Alla fine avevano assaltato il compound e nelle scontro erano rimaste uccise 86 persone. Un episodio che per molti seguaci dell’estrema destra è stato lo strappo definitivo con il governo federale e aveva innescato la resistenza.


Anche per questo la scelta di tenere il primo grande comizio con vista sulle primarie del 2024 ha un sapore particolare per Donald Trump che si sente sotto assedio della giustizia e con molte inchieste aperte – e a un passo dalle incriminazioni – che pendono sulla sua testa. Inchieste che il tycoon ha definite “spettacolo horror da Russia stalinista”.

Il comizio davanti a migliaia di fan e aperto con una canzone, “Justice for All” cantata dal J6 Prison Choir, un coro di detenute per il ruolo avuto nell’assalto a Capitol Hill del 6 gennaio del 2021, è stato un attacco contro tutto e tutti. Ovviamente il procuratore di New York Alvin Bragg, che «mi persegue per qualcosa che non esiste e non è un crimine, né un delitto poiché non c’è stato nessun affaire con quella faccia da cavallo che non mi è mai piaciuta», ovvero Stormy Daniels, attrice di film per adulti che in cambio del silenzio ha incassato un assegno di 130mila dollari nell’ottobre del 2016.

È questa l’inchiesta che sta conducendo la Procura di Manhattan per la quale Donald Trump rischia incriminazione e arresto. Sabato scorso attraverso il suo social Truth, l’ex presidente aveva indicato nel successivo martedì la data dell’arresto. Non è avvenuto. Il gran giurì si riunirà domani però.

Trump ha accusato “il regime di Biden” che usa la magistratura come un’arma politica che ha trasformato il Paese in “una repubblica delle banana”. Poi ha sciorinato il campionario di attacchi e insulti dell’intero repertorio: «L’Fbi è corrotto, il “deep state” gli rema contro», l’invasione degli immigrati, «le elezioni rubate». E attacchi contro Hillary Clinton e Hunter Biden nonché direttamente contro il presidente Joe Biden reo di aver preso – come ha scritto nei giorni scorsi il New York Post – soldi “direttamente dalla Cina” tramite alcune aziende. Il quotidiano di New York ha parlato di oltre un milione di dollari.

Trump ha anche colpito il potenziale rivale, Ron DeSantis, governatore della Florida e in odore di lanciare la campagna per la nomination repubblicana. Lo ha tacciato di ingratitudine dopo che gli aveva dato appoggio nella sua prima campagna per governatore quando i sondaggi erano pessimi. Ma obiettivi dei suoi strali sono stati anche politici repubblicani come Mitch McConnell, leader al Senato, che “stanno avvelenando il Paese”.

La battaglia finale è nel 2024, tuona Trump che chiede ai suoi di “rimetterlo alla Casa Bianca”. Solo così, chiude «l’America sarà di nuovo una nazione libera. Sarò il vostro Guerriero, la vostra giustizia, la vostra vendetta».

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