venerdì 28 febbraio 2025

GUERRA RUSSO-UCRAINA. IL COLLOQUIO ZELENSKY-TRUMP. MAGGIO G., Casa Bianca come un saloon, rissa Trump-Zelensky: “Giochi alla Terza Guerra Mondiale”, LA STAMPA, 28.02.2025

lta tensione alla Casa Bianca dove oggi il presidente Usa Donald Trump ha accolto il leader ucraino Vladimir Zelensky. Già le premesse non sono state delle migliori, con il tycoon che ha ricevuto il presidente ucraino, vestito di nero, con una battuta: «Si è vestito elegante» ha detto Trump diretto ai cronisti.




Poi, una volta all’interno dello Studio Ovale e passati i convenevoli di rito, tra i due è stata rissa vera e propria. Trump: «Lei sta giocando con la Terza Guerra Mondiale». «Non sono venuto qui a giocare a carte», la replica di Zelensky. Una rissa verbale durata poco più di 20 minuti. E dopo lo scontro verbale i due hanno soppresso la conferenza stampa congiunta e che era stata programmata al termine del vertice.

Ecco i punti cruciali dello scontro: le immagini e le frasi chiave

«Pensi che sia rispettoso venire nello Studio Ovale degli Stati Uniti d'America e attaccare l'Amministrazione che sta cercando di impedire la distruzione del tuo Paese?», ha rincarato la dose il vice presidente americano, Jd Vance. «Non hai le carte in questo momento. Stai giocando con la vita di milioni di persone», ha aggiunto Trump. Se gli Stati Uniti non avessero aiutato l'Ucraina, la guerra si sarebbe chiusa in poche settimane, ha proseguito il presidente americano. "Si, in tre giorni come ha detto Putin", ha risposto stizzito Zelensky, in una delle poche frasi che il presidente ucraino è riuscito a pronunciare preso nel 'fuoco incrociato' di Trump e Jd Vance. "Obama vi ha dato lo scudo, io i (missili, ndr) Javelin, se continui così trovare l'accordo sarà molto difficile", ha proseguito il capo della Casa Bianca.

Trump a Zelensky, senza armi Usa guerra finiva in due settimane

«Senza le armi americane la guerra sarebbe finita in due settimane». E' un altro passaggio del duro scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky nello Studio Ovale. «Non sei una persona sveglia» ha detto il presidente Usa al leader ucraino, invitandolo ad «accettare il cessate il fuoco», perché «non hai carte in mano».

Trump a Zelensky, senza gli Usa guerra persa in 15 giorni

Lo scontro tra Donald Trump e Volodymyr Zelensky è andato avanti per circa 20 minuti nello Studio Ovale e un certo punto il presidente americano ha detto al leader ucraino "senza le armi degli Stati Uniti avresti perso la guerra in due settimane". In un altro passaggio lo ha insultato dicendogli che "non è tanto intelligente".

Trump a Zelensky, giochi con III guerra mondiale

Un altro passaggio del duro scontro tra i due è stato quando Trump ha attaccato Zelensky. «Stai giocando con la Terza guerra mondiale». Una durissima accusa lanciata dal presidente americano al leader ucraino.

L’intervento di Vance e la replica di Zelensky

Anche i media ucraini danno conto dell'inatteso scontro verbale tra Volodymyr Zelensky, Donald Trump e Jd Vance alla Casa Bianca. Secondo Unian, Zelensky ha detto che l'Ucraina è ancora in grado di difendersi e resistere alla Russia, mentre Vance ha replicato che il suo Paese ha molti problemi. Tra i due è iniziata una discussione accesa in cui è intervenuto Trump che ha detto a Zelensky che dovrebbe essere grato perché «non ha carte in mano», e che non può dire a Washington «voglio questo, voglio quello». In risposta, il presidente ucraino ha detto di essere venuto negli Stati Uniti «non per giocare a carte».

Vance a Zelensky, manchi di rispetto agli americani

TIl vicepresidente JD Vance, presente nello Studio Ovale, ha poi accusato Zelensky di «mancare di rispetto» agli americani. «Non si viene alla Casa Bianca a mancare di rispetto al presidente davanti agli americani». In un confronto improvvisamente duro, Donald Trump ha affermato che sarebbe stato «molto difficile» negoziare con Volodymyr Zelensky, gli ha risposto con rabbia che avrebbe dovuto essergli «grato», dopo aver affermato che il presidente ucraino si era messo "in una posizione molto brutta" e non aveva «le carte in mano».

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