La piccola massacrata a accoltellate mentre i genitori non c'erano. Polemiche per il fermo, previsto solo dopo i 14 anni
POLEMICHE PER L'ARRESTO - L'arresto del fratellino, il cui nome non è stato resto noto, è comunque destinato a creare polemiche: in California soltanto i minori sopra i 14 anni possono essere fermati e processati e quindi è molto probabile il suo rilascio. In ogni caso cade la pista seguita inizialmente da polizia e Fbi. Vale a dire quella del serial killer che stava tenendo in apprensione non solo gli investigatori ma anche le famiglie della California.
TOP STORY - Dell'omicidio, e della sua efferatezza, stampa e tv si sono occupati a lungo. Una «top story» con ripetute interviste ai genitori di Leila e agli abitanti di Valley Springs, il piccolo e tranquillo sobborgo di Calaveras County dove abitava la famiglia Fowler. Il fratellino aveva raccontato di aver visto uno sconosciuto, alto e con i capelli grigi, fuggire da casa mentre i genitori erano via, usciti per una cena con amici. Era stato poi lui stesso a dare l'allarme, chiamando in soccorsi. La bimba è spirata in ospedale. Diversi giorni dopo l'uccisione, centinaia di persone si sono riunite per una specie di ricordo alla scuola elementare frequentata da Leila, iscritta alla terza elementare. Sua madre Krystal, in lacrime, aveva ringraziato le famiglie per il sostegno ricevuto. E il fratellino aveva aggiunto: «Con Leila non è stato un addio, la rivedrò presto».
TEST DEL DNA - La versione iniziale data dal ragazzino è stata «smontata» dal test del Dna fatto sui coltelli trovati in cucina. Uno di questi sarebbe stato usato dal dodicenne per accanirsi sulla sorellina. Dapprima un'ipotesi, questa, considerata improbabile. Poi però, anche per via di quel racconto lacunoso e contraddittorio, gli investigatori hanno finito per convincersi: l'omicida era proprio il fratellino di Leila. Arrestato per il delitto.
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