Anche il televisore avrà le sue app con sopra il logo della mela. La nuova Apple Tv è un dispositivo esterno, ma rappresenta comunquel'ennesimo passo in avanti degli ecosistemi ai quali volenti o nolenti apparteniamo tutti. Partiti dagli smartphone, si stanno espandendo: basta inserire una password per veder riflessa la propria vita su tutti gli schermi che ci circondano. Contatti, messaggi, app scaricate, documenti salvati nel cloud, servizi streaming e ovviamente mail. "Il futuro della tv è nelle app", ha detto Tim Cook. Significa integrazione con il mondo mobile. Non a caso TvOs è figlio di iOs. Ora mancano solo i computer alla Apple, che hanno ancora un sistema operativo diverso, poi il cerchio sarà chiuso.
Le applicazioni sul televisore non sono una novità, tutti i sistemi operativi per smart tv le hanno e le hanno anche le console. Ma la Apple Tv sarà probabilmente più semplice, veloce, piena di contenuti e appunto integrata con il nostro profilo su iPhone, iPad e Apple Watch. Anche perché gli altri, sul fronte dei sistemi operativi per televisore, sono sorprendentemente indietro. Vedremo poi se funziona davvero il riconoscimento vocale mostrato ad Apple che sembra parecchio ambizioso e vedremo anche quale sarà l'entità dell'emorragia di pubblico che creerà nelle varie PlayStation 4, Xbox One e Wii U. Per ora mi basta aver visto che è possibile giocare con un videogame sull'iPhone o iPad e poi riprenderlo dove lo avevamo lasciato sulla tv. Cosa che si ipotizzava da tempo ma che poi nessuno ha mai messo in pratica.
Di recente Bruce Sterling mi ha detto una cosa curiosa sugli ecosistemi digitali, che presto arriveranno anche a gestire la domotica. Nato 1954 in Texas, è il “padre” della letteratura cyber-punk assieme a William Gibson. E' stato lui a parlarmi di "feudalesimo digitale", tesi che ha messo nero su bianco nel breve ebook The Epic Struggle of the Internet of Things. "In realtà Apple, Google e Microsoft, come Facebook e Amazon,non assomigliano più a delle compagnie, sono delle famiglie reali. Rappresentano quello che io chiamo feudalesimo digitale. Ai loro ecosistemi si aderisce, è difficile uscire e creano identità. Basti pensare alla schiera di fan della Apple che non useranno mai uno smartphone Microsoft o uno con Android di Google. Insomma, per certi versi mi ricordano dei credi religiosi di dimensioni mai viste. Voi non avete nulla di simile in Europa. Anche nel settore della automobili, da Mercedes a Fiat fino a Renault, non c’è una sola azienda che sia paragonabile alla stazza e al potere di Google, Facebook, Amazon, Microsoft, Apple. L'errore però è pensare che siano in combutta fra loro. In realtà più spesso si azzannano e tentano di strangolarsi l'un l'altra".
La Apple di Tim Cook arriva sempre dopo, nemmeno l'iPad pro fa eccezione se si pensa ai convertibili e a Surface della Microsoft, solo che in genere fa prodotti migliori che sono parte di un unico grande ecosistema digitale sul quale Cupertino non guadagna quanto con la vendita di telefoni, tablet e computer, ma che è essenziale. Come è essenziale per Google l'ecosistema di Android o quello di Windows per Microsoft, che con la versione 10 ha unificato pc, telefoni e tablet e prima o poi arriverà alla tv, dato che l'Xbox One usa un sistema operativo diverso solo parzialmente integrato con Windows. Non a caso Samsung sta puntando su Tizen che è già sui tv e sui prossimi smartwatch, Lg ha WebOs che è uscita sui tv, Panasonic ha scelto Firefox.
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