Le loro morti sono una tragedia assoluta, non solo per San Bernardino, ma per tutto il Paese». Lo ha detto il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, parlando nel suo tradizionale messaggio radiofonico del sabato della strage in California di mercoledì che ha provocato 14 vittime e 21 feriti. Nell’esprimere il cordoglio alle famiglie, il capo della Casa Bianca ha detto che «i nostri cuori sono con San Bernardino, un’altra comunità americana distrutta dalla violenza indicibile. È possibile che i due attentatori siano stati radicalizzati. Se così fosse, metterebbe in evidenza una minaccia su cui ci concentriamo da anni: il pericolo di persone che soccombono a ideologie estremiste violente».
Obama e il Nyt: «Cambiare la legge sulle armi»
Poi il presidente ha di nuovo, come ha sempre fatto dopo una strage, invitato il Congresso ad agire contro il facile acquisto delle armi negli Usa: «Chi è inserito nella no-fly list può entrare in un negozio e acquistare un’arma. Questo è folle. Invito il Congresso a correggere la legge», ha detto Obama. «I killer hanno usato fucili d’assalto in stile militare per uccidere quante persone possibili. E questo ci ricorda che in America è troppo facile per le persone pericolose mettere le mani su un’arma». Con il presidente si è schierato anche il New York Times che, per la prima volta in 95 anni, ha pubblicato sulla prima pagina un editoriale intitolato«The Gun Epidemic», l’epidemia delle pistole, schierandosi contro l’attuale legge. Era dal 1920 che un’opinione così forte non veniva pubblicata con tanta evidenza, lontano dalla sezione opinioni, da parte dell’autorevole quotidiano.
Pacco sospetto
La tensione in California rimane alta. Sempre sabato mattina, infatti, la sede della Uops a San Bernardino è stata temporaneamente evacuata dopo l’arrivo di un pacco sospetto diretto a Syed Farook, l’autore, insieme alla moglie Tashfeen Malik, del massacro. Il capo della polizia di San Bernardino, Jarrod Burguan, ha poi spiegato via Twitter che gli accertamenti hanno dato esito negativo e che lo stesso «non pone minaccia». L’invio era stato effettuato da un mittente definito «rispettabile», ma per sicurezza, considerando anche l’enorme arsenale bellico trovato a casa dei due killer, è stato sottoposto ad accurate verifiche.
La rivendicazione dell’Isis
Nel frattempo è arrivata la presunta rivendicazione dell’Isis per la strage di San Bernardino. La radio al-Bayan, gestita dal gruppo terroristico, ha riferito che «due soldati del Califfato hanno compiuto un attacco a San Bernardino, uccidendo 14 miscredenti». Venerdì un comunicato trasmesso da Aamaq, agenzia di stampa dello Stato islamico, affermava che «due sostenitori dell’Isis» sono gli autori della strage. Su diversi account dello Stato islamico si è celebrata la strage. E anche l’Fbi ha confermato che si è trattato di «un atto di terrorismo».
Non parte di una cellula
A spiegarlo David Bowdich, il vice direttore dell’ufficio di Los Angeles in una conferenza stampa. Il direttore Fbi James Comey però ha precisato che non ci sono indicazioni che i due killer facessero parte di una cellula più ampia.
L’atto di fedeltà al Califfo
Già nella giornata di venerdì la Cnn, citando fonti investigative, aveva svelato che Tashfeen Malik aveva postato un messaggio un pro Isis proprio nei momenti concitati dell’attacco. Un testo, apparso su una pagina Facebook, dove usando uno pseudonimo, la donna avrebbe dichiarato la sua fedeltà al Califfo.
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