sabato 1 giugno 2019

VIOLENZA MADE IN USA. P. MASTROLILLI, Impiegato deluso e risentito fa strage in ufficio: 13 morti a Virginia Beach, LA STAMPA, 1 giugno 2019

Sono almeno tredici, fra cui l’omicida, le vittime della strage avvenuta ieri a Virginia Beach. Un copione che purtroppo abbiamo letto troppe altre volte, cioè quello dell’impiegato risentito che fa strage dei colleghi, perché la facile disponibilità delle armi negli Stati Uniti consente a chiunque di sfogare la propria rabbia in questo modo.


L’attacco è cominciato verso le quattro del pomeriggio, negli uffici municipali di Virginia Beach, una città con quasi mezzo milioni di abitanti, sede di importanti basi militari e insieme luogo di vacanza. Il killer, identificato dalla polizia come DeWayne Craddock, era un ingegnere quarantenne afro americano, dipendente di lungo termine nella stessa struttura che ha attaccato, e il suo risentimento era noto ai colleghi. Stavolta però ha deciso di sfogarla sparando, contro gli impiegati che si preparavano a tornare a casa per il weekend.

Megan Barton, un’assistente amministratrice che si trovava nell’edificio assaltato, ha raccontato così la scena: «Quando ha sentito gli spari, il mio capo ha urlato: questa non è un’esercitazione! Buttatevi a terra e chiamate il numero di emergenza della polizia. Ci siamo barricati, ed è sembrata un’eternità, fino a quando gli agenti non sono arrivati».
Zand Bakhtiari si è nascosto sotto ai tavoli: «Sentivo le raffiche, ripetute e veloci. Il rumore veniva da un piano di distanza. Qualche minuto dopo i colpi si sono fermati, ma io respiravo l’odore della polvere da sparo e l’allarme anti incendio è scattato. Sono passati altri dieci minuti, fino a quando sono arrivati i poliziotti della squadra speciale. Ci hanno ordinato di uscire a mani alzate, per farci perquisire».

Il bilancio al momento è di 12 morti e una decina di feriti, oltre al killer, ucciso in uno scontro a fuoco con gli agenti. I motivi del suo gesto sarebbero legati al risentimento che nutriva contro i colleghi: «E’ venuto a vendicarsi», hanno spiegato fonti vicine agli investigatori.

Quella di Virginia Beach è la strage più sanguinosa negli Usa dall’inizio dell’anno, e rilancia l’ormai abituale polemica sulle armi. Secondo la polizia, infatti, nelle ultime settimane Craddock aveva acquistato legalmente la pistola e il fucile usati per l’attacco. Davanti a queste evidenze, a meno che non si accetti l’idea che negli Stati Uniti ci sono più persone violente o squilibrate rispetto al resto del mondo, l’unica vera differenza che spiega come mai in America avvengano più stragi di quante se ne verifichino in paesi occidentali di cultura simile, è la presenza e la facile disponibilità di molte armi. Se si cominciasse a toglierle dalla circolazione, chi vuole sfogare in questo modo la sua rabbia non potrebbe farlo.
Se non avesse potuto acquistare legalmente pistole e fucili, Craddock non sarebbe riuscito ad uccidere con tanta facilità. Così intanto si salverebbero centinaia di vite umani, e poi si potrebbero affrontare anche gli altri problemi che provocano queste violenze alla radice. La lobby dei costruttori delle armi però è troppo forte per essere piegata, e in questo momento ha un alleato di ferro alla Casa Bianca, Donald Trump, che non intende permettere alcuna limitazione alla loro vendita.

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