new york
Ti consigliamo:
La storia insegna, specie quella di Wall Street, soprattutto di questi tempi. Per coloro che nel 2008 avevano in portafoglio pacchetti azionari di società finanziarie complesse, il pericolo maggiore derivò dal comportamento spericolato dei suoi dipendenti. Il riferimento è a quei banchieri, ma non per questo necessariamente personale con incarichi direttivi, pronti ad avventurarsi in operazioni di compravendita ardite, al limite del piratesco, dietro la promessa di compensi e bonus corposi basati sulle prestazioni di breve termine. Situazioni di cui gli investitori rimanevano all’oscuro almeno sino a quando, con l’arrivo della peggiore crisi della recente storia, non si sono visti presentare emorragici conti in profondo rosso.
Ecco allora l’idea di Thomas Di Napoli, revisore dei conti dello Stato di New York, e supervisore del fondo pensionistico statale da 161 miliardi, ovvero redigere una lista dei soggetti a rischio, dei cattivi ragazzi di Wall Street che con i loro comportamenti mettono a rischio gli investitori e il loro denaro. La proposta è relativamente semplice, ovvero la banca interessata deve redigere una lista delle persone che in base al dimensione e alla propensione al rischio del proprio portafogli, possono esporre la banca a perdite materiali. La società deve rendere noto il numero dei soggetti rischiosi e suddividerli per le diverse divisione aree operative di appartenenza. La “black list”, può anche non fare menzione necessariamente dei nomi perché ciò rischia di creare contenziosi legali, ma deve evidenziare il numero la competenza e il metodo retributivo delle persone interessate. Ad esempio, se un dipendente ha un pacchetto di compensi che si fonda per la gran parte sulla “perfomance” di breve termine della sua unità operativa, allora scatta l’allarme. Dopo la visione, il giudizio e la segnalazione delle autorità competenti, sarà la stessa banca a prendere i dovuti provvedimenti.
“Dal momento che ancora paghiamo le conseguenze del recente collasso dei mercati - spiega Di Napoli - la cosa più logica è che le società individuino non solo i dirigenti, ma anche gli altri dipendenti che possono rappresentare un rischio per gli azionisti”. La proposta è stata formulata per la prima volta nei confronti di Wells Fargo e sarà votata dal consiglio di amministrazione della banca nei prossimi giorni, che tuttavia potrebbe opporsi. A quel punto a intervenire potrebbe essere la Securities and Exchange Commission, la Consob americana. La Sec in linea di massima si è detta a favore di misure come la “black list” di Wall Street, ma la sua applicazione rischia di scontrarsi con l’opposizione delle banche e con una serie di contenziosi giudiziari. “Questo dimostra - conclude Di Napoli - come negli Stati Uniti, ci sia bisogno di un cambiamento nella cultura e nel codice comportamentale delle istituzioni finanziarie”.
Ecco allora l’idea di Thomas Di Napoli, revisore dei conti dello Stato di New York, e supervisore del fondo pensionistico statale da 161 miliardi, ovvero redigere una lista dei soggetti a rischio, dei cattivi ragazzi di Wall Street che con i loro comportamenti mettono a rischio gli investitori e il loro denaro. La proposta è relativamente semplice, ovvero la banca interessata deve redigere una lista delle persone che in base al dimensione e alla propensione al rischio del proprio portafogli, possono esporre la banca a perdite materiali. La società deve rendere noto il numero dei soggetti rischiosi e suddividerli per le diverse divisione aree operative di appartenenza. La “black list”, può anche non fare menzione necessariamente dei nomi perché ciò rischia di creare contenziosi legali, ma deve evidenziare il numero la competenza e il metodo retributivo delle persone interessate. Ad esempio, se un dipendente ha un pacchetto di compensi che si fonda per la gran parte sulla “perfomance” di breve termine della sua unità operativa, allora scatta l’allarme. Dopo la visione, il giudizio e la segnalazione delle autorità competenti, sarà la stessa banca a prendere i dovuti provvedimenti.
“Dal momento che ancora paghiamo le conseguenze del recente collasso dei mercati - spiega Di Napoli - la cosa più logica è che le società individuino non solo i dirigenti, ma anche gli altri dipendenti che possono rappresentare un rischio per gli azionisti”. La proposta è stata formulata per la prima volta nei confronti di Wells Fargo e sarà votata dal consiglio di amministrazione della banca nei prossimi giorni, che tuttavia potrebbe opporsi. A quel punto a intervenire potrebbe essere la Securities and Exchange Commission, la Consob americana. La Sec in linea di massima si è detta a favore di misure come la “black list” di Wall Street, ma la sua applicazione rischia di scontrarsi con l’opposizione delle banche e con una serie di contenziosi giudiziari. “Questo dimostra - conclude Di Napoli - come negli Stati Uniti, ci sia bisogno di un cambiamento nella cultura e nel codice comportamentale delle istituzioni finanziarie”.
Nessun commento:
Posta un commento