In America è il momento delle “bamboccione”. Secondo i dati del Census Bureau, raccolti in una ricerca del Pew Center, il 36,4% delle donne in età compresa fra i 18 e i 34 anni vive ancora a casa con i genitori. E’ la percentuale più alta di sempre, superiore anche al picco del 36,2% che era stato toccato nel 1940, cioé alla vigilia dell’entrata degli Stati Uniti nella Seconda Guerra Mondiale. Gli uomini della stessa età che abitano ancora con i genitori sono di più in termini di percentuale, cioè il 42,8%, ma non sono in aumento e non sono al picco storico.
Cosa sta succedendo, dunque? Secondo il dottor Richard Fry, che ha condotto lo studio, il fenomeno è sorprendente. E’ vero infatti che la crisi economica ha colpito in particolare la generazione dei “millennials”, costretti a restare a casa dalla mancanza di posti di lavoro, le paghe basse, gli affitti alti, i costi delle università e i debiti contratti per pagarle. Però è vero anche che questa fase è passata, o sta passando, e infatti il numero degli uomini rimasti con i genitori ha smesso di crescere. Le ragazze, invece, preferiscono sempre di più restare a casa, nonostante adesso stiano tornando le condizioni per andare via.
Fry non ha trovato una risposta precisa. In parte dipende dal fatto che sono aumentate le donne che frequentano l’università, e poi puntano sulla carriera, rimandando il matrimonio. Questo però è vero anche per gli uomini e non basta a spiegare la tendenza. Fry sospetta che durante la crisi economica sia avvenuto un mutamento duraturo nella mentalità delle ragazze. Restare a casa è diventato più socialmente accettabile, e anche dal punto di vista sentimentale consente di prendersi il tempo per fare scelte migliori. Quindi sempre più donne optano per la sicurezza che viene dalla possibilità di lasciare il nido solo quando si sentiranno certe di poterlo e volerlo fare.
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