mercoledì 14 febbraio 2024

L'ULTIMO ROMANZO DI B. EASTON ELLIS. BARBERA G., Le schegge di Bret Easton Ellis, un grande affresco disarmato e candido, IL SOLE 24 ORE, 8.02.2024

 A tredici anni dalla sua ultima prova narrativa (Imperial Bedrooms) Bret Easton Ellis, l’autore di American Psycho, tira fuori Le schegge (ma avrei lasciato il titolo originale The Shards), un romanzo di settecento pagine indimenticabile, che ti entra dentro al punto da lasciare un vuoto incolmabile. Un grande affresco sulla gioventù dorata californiana degli anni Ottanta, quella di cui ha fatto parte lo stesso Ellis, ancora una volta protagonista della narrazione come in Lunar Park.




“Insensibilità come sentimento”

La vicenda si svolge tra feste, musica (la new wave di quegli anni, che costituisce una incessante colonna sonora del romanzo), droga, alcol, sesso sfrenato, in una girandola di accoppiamenti intercambiabili, etero e omosessuali. I protagonisti sono quasi tutti diciassettenni all’ultimo anno di scuola, in attesa di accedere all’università e di fare il loro ingresso nel mondo degli adulti, che nel romanzo restano relegati per lo più sullo sfondo. I giovani che si muovono in quel mondo sofisticato sono tutti atletici e bellissimi, viziati, vivono in favolose ville nei dintorni di Los Angeles tra canyon, boulevard e centri commerciali, indossano abiti griffati, viaggiano a bordo di auto lussuose conducendo un’esistenza da privilegiati fatta di discorsi vuoti e sballo. Insomma, ci sono tutti i tipici ingredienti di Ellis e quell’atmosfera improntata alla “insensibilità come sentimento” di cui già aveva pervaso il suo primo romanzo Meno di zero.

Serial killer

Ma questa volta in più traspare una emotività quasi vera, si sente una voce nuova, c’è un Ellis più disarmato, candido, più adolescenziale ed emotivo. E soprattutto c’è un Ellis che ha messo da parte la sua micidiale ironia deciso a fare sul serio (anche se a volte gigioneggia ancora un po’, ma è la sua cifra). E poi naturalmente in mezzo a questa gioventù dorata e apparentemente spensierata, apatica e tutto sommato tragica, si aggira un serial killer che fa scempio di ragazzi e ragazze. E non è l’unico, dal momento che l’area di Los Angeles di quegli anni pare affollata di assassini seriali (almeno una decina in contemporanea) pronti a fare a pezzi adolescenti rimorchiati nei luoghi alla moda, specie ragazze troppo sicure di sé e disinibite.

La narrazione è davvero potente e disturbante, l’affresco di proporzioni colossali, e il tutto è raccontato con una perizia e precisione di dettagli da spingerti su Google Maps per visualizzare le location: i canyon punteggiati di palme e cactus, i boulevard, le ville, i centri commerciali, la Buckley School, i ristoranti e i club esclusivi, le alture e le valli, gli agglomerati urbani e residenziali. È tale la cura nelle descrizioni che sembra di muoversi dentro la scena insieme al gruppo di sofisticati amici di Bret, il quale ben presto verrà toccato dalla tragedia che colpirà alcuni di loro, finiti nelle mani di un serial killer chiamato il Pescatore a Strascico dal modo in cui ammazza le vittime dopo averle torturate. È l’arrivo di un nuovo studente alla esclusiva Buckley a sconvolgere il quadro iniziale e a risvegliare gli incubi sopiti del protagonista che, proprio come l’autore, sogna di fare lo scrittore e sta lavorando al suo primo romanzo, Meno di zero, e che comincia ben presto a sospettare del nuovo compagno Robert Mallory, decidendo di tallonarlo mentre alla guida di una Porsche 911 nera, bello e perverso, compie i suoi misteriosi vagabondaggi probabilmente in cerca di prede.

Il resto lascio a voi scoprirlo nelle centinaia di densissime pagine che si leggono d’un fiato e che volano via senza fatica tra emozioni continue e godimento estetico. Un Ellis al suo meglio, meno disincantato del solito ma più totalizzante, più sensuale, la cui scrittura forse non è mai stata così perfetta e coinvolgente.


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