sabato 21 marzo 2015

USA E LA FELICITA'. LA CITTA' PIU' TRISTE E' NEW YORK. P. MASTROLILLI, Usa, New York la città più triste?, LA STAMPA, 25 luglio 2014

La città più triste degli Stati Uniti è New York. Così, almeno, la mette uno studio appena pubblicato dal National Bureau of Economic Research, intitolato “Unhappy Cities”. Non è vero, a giudicare dagli 8,4 milioni di abitanti che ci vivono, e continuano a bussare alle sue porte, ma proviamo a capire perché la Grande Mela sia finita in fondo alla classifica. 


Lo studio si basa su un questionario che ogni anno viene presentato ai cittadini americani dai Centers for Disease Control and Prevention, il centro federale per le ricerche di natura medica che ha sede ad Atlanta. La domanda è sempre la stessa: “In general, how satisfied are you with your life?”, cioé “quanto sei soddisfatto in generale della tua vita?”. Le risposte stavolta sono state prese dal National Bureau of Economic Research, e mescolate con altri dati tipo il reddito, il costo delle case, e vari fattori che influenzano la qualità della vita. Dopo questa rielaborazione, New York è precipitata in fondo alla graduatoria nazionale, seguita da Pittsburgh. Richmond, in Virginia, ha conquistato invece il primo posto in paradiso. 

Si potrebbe fare una facile ironia, su chi preferisce vivere a New York, e chi a Richmond, ma il punto non è questo. La Grande Mela precipita quando si considerano i fattori aggiuntivi nel misuramento della qualità della vita, perché è una città che chiede molto, oltre ad offrire tanto. La vita costa, il lavoro è sempre competitivo, trovare un parcheggio o un tavolo al ristorante è un’impresa che richiede stategia e preparazione. Per ottenere ciò che vogliono, gli abitanti di New York devono stare a questo gioco impegnativo, che spesso richiede di fare rinunce. Vuoi i soldi per comprare la casa dei tuoi sogni? Allora devi lavorare giorno e notte, rinunciando a momenti felici di distrazione. Punti a diventare un numero uno nel tuo settore? Nessuna città ti darà mai tanta soddisfazione, quando ce la farai, ma per arrivarci dovrai accettare di rovinare parecchi anni della tua vita. 
Se uno somma tutti questi fattori, ed è poco ambizioso, è naturale che scelga di trasferirsi a Richmond. Se invece vuole farcela a New York, come cantava Frank Sinatra, e quindi farcela ovunque al mondo, deve rinunciare ad un po’ di felicità. Per riaverla indietro, con gli interessi, se mai riuscirà a salire sul tetto di quella che l’ex sindaco Giuliani chiamava “la capitale del mondo”. 

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