«Gesù
Cristo è Dio, Obama è l'Anticristo». In Europa, un simile slogan farebbe
ridere.
In
America, il presidente ha sorriso, ma ha ribattuto serio: «Concordo che Gesù è
il Signore». La risposta non è banale: nelle Lettere
di Giovanni, Anticristo è chi nega che Gesù sia il Signore.
Non deve sorprendere la precisione di Obama: negli Stati Uniti, Bibbia ed
escatologia sono molto presenti nel dibattito pubblico, a differenza di quanto
accade in Europa. Per indagare le ragioni di questa divaricazione, occorre
dunque seguire l'Anticristo nelle sue migrazioni.
Intorno
al 170 d.C., ad opera di Ireneo di Lione, l'Anticristo assunse il volto del
persecutore dei tempi finali, che dopo aver ricostruito il tempio di
Gerusalemme sarebbe stato annientato dal ritorno di Cristo. Ireneo fuse in una
sola le varie figure apocalittiche: il drago, l'empio, la bestia. Gli autori successivi
moltiplicarono i dettagli del ritratto, aggiornandolo al mutare dei tempi.
Nel
XII secolo, Gioachino da Fiore slegò la geografia dell'Anticristo da
Gerusalemme,
collocandone
le gesta nel cuore della cristianità: a Roma. Voleva forgiare monaci che
sostenessero il Papa nel vicino scontro con l'Anticristo, identificato con
l'imperatore o il Saladino o i catari, e impedissero l'inaudito: che
l'Anticristo non solo insidiasse il Papa, ma si insediasse al suo posto, attuando
il più terribile inganno. Pochi decenni dopo, Federico II rovesciò la
prospettiva; gli eruditi della sua corte decifrarono il numero della bestia: il
666 dell'Apocalisse indicava Innocencius papa, (Innocenzo
III, avversario dell'imperatore). Un'arma polemica era pronta per tutti gli
avversari del papato sino a Lutero, quando, ancora una volta, sembrava giunto
il tempo ultimo: bisognava smascherare e combattere il nemico finale, il Papa e
la Babilonia romana o Lutero e i suoi sgherri, a seconda del punto di vista.
Le
rivolte contadine e anabattiste imposero cautela nel maneggiare un immaginario
rivelatosi esplosivo. Calvino commentò tutta la Bibbia, non l'Apocalisse;
la Chiesa romana al Concilio di Trento eliminò l'Anticristo
dal suo vocabolario. La vicenda europea si consumò in Inghilterra; per motivare
l'esecuzione di Carlo I nel 1649, William Aspinwall lo definì il «piccolo corno
della bestia» del libro di Daniele; ma il
rifiuto di Cromwell di seguirne il radicalismo apocalittico mostrò che il
futuro dell'Anticristo era altrove.
Già
i Primi frati missionari in America Latina avevano rinnovato la topografia
degli ultimi giorni: Francisco de la Cruz annunciò l'imminente castigo
dell'Europa e la fuga del pontefice a Lima, la nuova Gerusalemme. Fu però
l'America settentrionale a offrire stabile dimora all'Anticristo. Esuli dall'Inghilterra,
i puritani vi portarono il loro affiato escatologico, avviando un'ininterrotta
indagine sui segni della sua venuta dalla nuova prospettiva storico-geografica.
Nel 1793, David Austin identificò nei neonati Stati Uniti la «pietra staccatasi
dalla montagna» che atterra la statua del sogno
di
Nabucodonosor nel libro di Daniele: a
breve, il ritorno di Cristo avrebbe inaugurato il regno universale, non più di
Dio, bensì degli Usa, portatori di libertà e giustizia.
Lì,
non si è mai interrotta l'attesa della fine: nuove rivelazioni si aggiungono
alle antiche profezie, indifferenti alle puntuali smentite, sino
all'identificazione del marchio della bestia nel codice a barre dei
supermercati. Ne risente la cultura di massa, da Rosemary's Baby
di Polanski alla trilogia anticristologica inaugurata nel
1976 da The Omen, al rovesciamento del racconto biblico
in 2012 di Emmerich, dove i salvati non sono i giusti, bensì altrettanti
anticristi che hanno tenuto all'oscuro dell'imminente fine del mondo il resto
dell'umanità.
Nel
1927, Oswald Smith pubblicò a New York Is the
Antichrist at Hand?, in cui si domandava se Mussolini fosse
l'Anticristo o solo un precursore, ma annunciava la fine per 111933. In quell'anno sinistro,
alla domanda se Hitler fosse l'Anticristo, Dietrich Bonhoeffer rispose che era
cosa troppo seria per riferirla ad un politico, fosse pure Hitler. Nel 1931,
era apparso il romanzo Gog di Giovanni Papini: qui l'ultima incarnazione
dell'Anticristo è un meticcio americano, nato alle Hawaii. Curiosamente, un
personaggio che assomiglia a Obama
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