Il bambino chiarisce
alla domanda del coetaneo della fazione avversa: si prepara una battaglia fra
“nativi” e “conigli morti”. I conigli morti si annunciano attraverso due
simboli tradizionali: la famiglia
(padre-figlio maschio) e la croce
cristiana (S. Michele arcangelo che cacciò Satana dal paradiso) che difende
dalle insidie.
Altri rituali e simboli, non solo cristiani (alcuni uomini ballano e suonano al ritmo di musiche vagamente africane) si intravvedono mentre un gruppo sempre più folto di uomini, abbigliati con costumi semi-primitivi per combattere, escono da una costruzione, a più piani, in legno che ci viene mostrata in totale attraverso una combinazione di una panoramica in verticale e uno zoom all’indietro.
Da diverse vie e da un altro edificio cominciano, allora, a
fluire sulla piazza molti individui capeggiati da un capobanda (Bill) che
ironizza subito contro il gruppo (“E’ tutta qua l’armata del papa? Un paio di
vecchie megère ed alcuni luridi straccioni?”).
Al che, accanto al primo gruppo, cominciano ad affiancarsi
diverse bande che si presentano, ognuna armata e pronta, con tutta evidenza a
scontrarsi con ferocia.
Bill chiarisce le
ragioni di questa sfida: lo scontro dovrebbe decidere chi comanderà sui Five Points, evidentemente un
territorio importante: “Se noi nativi, forti
del diritto di nascita, su questa bella terra o le orde forestiere che la
imbrattano”. “Possa il signore dei cristiani guidare la mia mano contro voi,
papisti romani” grida Bill.
COMINCIA COSI' GANGS OF NEW YORK, MOSTRANDOCI CHE IL TERRITORIO SI CONQUISTA COMBATTENDO; CHE IL DIRITTO SI FONDA
SULLA VIOLENZA DI CHI SI RICHIAMA ALLO IUS SOLI; CHE LO STATO DI NATURA, PIUTTOSTO CHE PRECEDERE LO STATO
CIVILE, CONVIVE AMBIGUAMENTE CON ESSO; CHE LA ‘CIVILTA’ (DA CIVITAS, CITTA’) HA BISOGNO DI MITI DI FONDAZIONE E DI RITI INIZIATICI DA CUI SI IMPARA IL SUO
STATUTO DOPPIO DI VIOLENZA E LEGGE.
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