sabato 23 giugno 2012

PRESIDENZIALI USA 2012. MOLINARI M., Bufera su Romney: "Spingeva aziende USA a spostarsi all'estero"

Il "Washington Post" lo accusa di ipocrisia e capitalismo selvaggio




Un’inchiesta del "Washington Post" ricostruisce infatti come, negli stessi anni in cui Romney laguidava a Boston, "Bain Capital" accumulò profitti spingendo importanti aziende americane a spostare all’estero alcune delle loro attività industriali.

Corporate Software, Modus Media, GT Bicycle, SMTC Corporation e Hyundai Electronics Industry sono solo alcune delle compagnie che scelsero, seguendo i consigli di "Bain", l’"outsourcing" ovvero una politica aziendale nella quale molti americani vedono le genesi del trasferimento di posti di lavoro all’estero a danno dell’occupazione nazionale.

Per David Axelrod, guru politico del presidente Barack Obama, l’inchiesta del "Washington Post" è «ben documentata» e «fa emergere la fondamentale ipocrisia» di Romney che «dice di battersi a favore dei disoccupati, ma in reatà li ha contribuito a crearli durante la gestione di Bain Capital», confermando il fatto di essere protagonista di una versione selvaggia del capitalismo.

Per il candidato repubblicano si tratta di un’accusa fastidiosa e nel tentativo di neutralizzarla detta ai portavoce una replica, nella quale definisce l’articolo «fondamentamente errato» a causa della confusione tra «outsourcing e offshoring» in quanto «nel primo caso si indica uno spostamento di attività all’estero, che non necessariamente implica perdita di posti di lavoro in America; mentre nel secondo caso avverrebbe lo spostamento di occupazione verso all’estero».

Si tratta comunque di un terreno molto scivoloso per Romney che, sondaggi alla mano, ha iniziato giugno mostrando qualche difficoltà. Per "Gallup" infatti Obama è adesso avanti di 4 punti percentuali nelle preferenze elettorali su scala nazionale. "Associated Press" parla invece di 3 punti, confermando un’inversione di tendenza rispetto agli ultimi due mesi che avevano visto il presidente perdere progressivamente popolarità.

Non si può escludere che l’indebolimento di Romney sia da legarsi a quanto sta avvenendo sul fronte dell’immigrazione: la scorsa settimana ha Obama ha deciso di bloccare da subito le espulsioni di almeno 800 mila clandestini sotto i trent'anni, che non hanno commesso reati gravi e sono arrivati in America prima di avere compiuto sedici anni.

Forse proprio per questo Obama, parlando ieri a Orlando davanti all’Associazione nazionale dei leader ispanici, ha incalzato lo sfidante definendolo «contrario alla riforma dell’immigrazione».

Assediato dalle rivelazioni della stampa, frenata nei sondaggi, attacchi dell'attuale presidente e difficoltà politiche, Romney trova consolazione almeno nei fondi: a fine maggio aveva in banca centosette milioni di dollari liquidi contro i centoquarantasette milioni di Obama, con un notevole avvicinamento rispetto a marzo, quando ilvantaggio del presidente era di 10 dollari a 1.

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