Crescono i malumori in Europa dopo le rivelazioni dello «Spiegel» secondo cui il programma di sorveglianza della National Security Agency americana riguardava anche molti Paesi europei e persino istituzioni e rappresentanze dell'Ue.
Dopo il presidente dell'Europarlamento, Martin Schulz, che ha chiesto agli Usa «un chiarimento completo» e ha avvertito che il caso potrebbe avere «un impatto grave sui rapporti» bilaterali, la Commissione europea ha fatto sapere attraverso un portavoce che sta procedendo «alle necessarie indagini e verifiche».
La Germania, da parte sua, con il ministro della Giustizia Sabine Leutheusser-Schnarrenberger, ha affermato che Washington «deve fornire spiegazioni immediate e approfondite se le notizie di stampa su un uso del tutto sproporzionato delle intercettazioni nell'Ue siano attendibili o meno». «Supera ogni immaginazione», ha sottolineato l'esponente liberale, «pensare che i nostri amici degli Usa guardino agli europei nel modo in cui si guardava ai nemici durante la Guerra fredda». Secondo quanto riferito dallo Spiegel, la Nsa acquisisce in media ogni mese i dati di 500 milioni di comunicazioni soltanto in Germania, tra mail, contatti su Internet, sms e conversazioni telefoniche.
Ovviamente Mosca non si è fatta sfuggire l'occasione per attaccare Washington: «È un altro colpo all'immagine democratica degli Stati Uniti», ha commentato Alexei Pushkov, presidente della Commissione Esteri della Duma. Citando nuovi documenti a cui avrebbe avuto accesso la talpa dell'Nsagate, Edward Snowden, il settimanale tedesco ha scritto che gli 007 statunitensi spiavano mail e telefonate dei diplomatici dell'Ue a Washington e a New York, e a Bruxelles avrebbero anche intercettato i computer e i telefoni di esponenti europei, forse anche quelli dei leader.
Nel documento top secret della Nsa, l'Europa verrebbe definita un «target», un obiettivo. Tra le rivelazioni c'è anche quella che nel 2008 i responsabili della sicurezza Ue si accorsero che le comunicazioni del Justus Lipsius, il palazzo del Consiglio Ue, venivano intercettate e che a controllarle era un'area schermata controllata dalla Nsa all'interno del quartier generale della Nato, vicino a Bruxelles.
Sembra invece infondata l'altra rivelazione emersa nelle ultime ore, quella che accusava l'Italia e altri sei Paesi Ue di avere accordi segreti con Washington per fornire dati personali e sulle comunicazioni private alla Nsa. Il sito del Guardian ha ritirato l'articolo «in attesa dei risultati di un'indagine», come è stato spiegato.
Secondo il sito di un concorrente del quotidiano inglese, il Telegraph, la fonte, Wayne Madsen, sarebbe risultata essere poco credibile e già in passato avrebbe fatto false rivelazioni come quella su una presunta omosessualità di Barack Obama. Nell'articolo si riferiva che Madsen, presentato come un ex ufficiale della Marina che avrebbe lavorato per 12 anni nella Nsa, avrebbe affermato che Italia, Gran Bretagna, Francia, Danimarca, Olanda, Germania e Spagna di avere accesso insieme agli Usa al Tat-14, il sistema di telecomunicazioni transatlantico via cavo che consente loro di intercettare un'enorme quantità di dati, incluse telefonate, email e tutti gli accessi a internet degli utenti. In un'intervista al blog PrivacySurgeon.org ripresa dal quotidiano inglese, Madsen sosteneva che gli accordi di spionaggio risalissero addirittura agli anni immediatamente successivi alla Seconda guerra, quindi a ben prima dell'era di Internet.
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