MILANO - Sparava in mezzo alla gente. Senza motivo. Dicono in preda a un raptus, causato dall'esaurimento nervoso. Il soldato americano era uscito da una base della provincia meridionale di Kandahar ha fatto strage in due villaggi. Di lui non si sa ancora il nome. Dopo ore di confusione sul numero delle vittime, se ne sono contate diciassette. I capi tribali dicono che tra i corpi ci sarebbero anche quelli donne e bambini colpiti nelle loro abitazioni. In Afghanistan l'incidente rischia di creare nuove tensioni fra la popolazione locale e le truppe straniere.
SOLITARIO - Il soldato, colto da un raptus, ha lasciato la sua base intorno alle 3 del mattino (le 23.30 di ieri in Italia), facendo irruzione nelle due case e aprendo il fuoco sui civili. Secondo un residente citato da Associated Press, avrebbe aperto il fuoco in tre case diverse. Dopo la strage il militare si è consegnato ai suoi commilitoni ed è stato arrestato.
INCHIESTA - Il militare ha sparato all'impazzata nei villaggi di Alokozai e Garrambai, nel distretto di Panjwayi. Il distretto in questione, a sud-ovest di Kandahar City, è stato uno dei campi di battaglia più duri della guerra in Afghanistan, in quanto luogo di nascita del movimento dei Talebani. La strage odierna si verifica poche settimane dopo la vicenda dei corani bruciati da militari Usa, proprio quando l'ondata di protesta, con diversi morti tra cui anche soldati americani, iniziava a calmarsi.
FUORI CONTROLLO - Il vice comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), generale Adrian Bradshaw, confermando che «uno dei nostri soldati ha ucciso e ferito un certo numero di civili in un villaggio adiacente alla sua base» sostiene di non essere «in grado di spiegare le ragioni del suo gesto». In un comunicato da lui firmato in assenza del comandante della Forza, generale John Allen, Bradshaw ha aggiunto che si è trattato di «un gesto disumano» che «non faceva in alcun modo parte di una attività autorizzata dell'Isaf». Prima di presentare «il rammarico ed il dolore per l'accaduto», l'alto ufficiale ha assicurato che «una inchiesta è già in corso ed ogni sforzo sarà fatto per stabilire la dinamica dei fatti e far rendere conto dell'accaduto a chiunque ne sia responsabile»
SOLITARIO - Il soldato, colto da un raptus, ha lasciato la sua base intorno alle 3 del mattino (le 23.30 di ieri in Italia), facendo irruzione nelle due case e aprendo il fuoco sui civili. Secondo un residente citato da Associated Press, avrebbe aperto il fuoco in tre case diverse. Dopo la strage il militare si è consegnato ai suoi commilitoni ed è stato arrestato.
INCHIESTA - Il militare ha sparato all'impazzata nei villaggi di Alokozai e Garrambai, nel distretto di Panjwayi. Il distretto in questione, a sud-ovest di Kandahar City, è stato uno dei campi di battaglia più duri della guerra in Afghanistan, in quanto luogo di nascita del movimento dei Talebani. La strage odierna si verifica poche settimane dopo la vicenda dei corani bruciati da militari Usa, proprio quando l'ondata di protesta, con diversi morti tra cui anche soldati americani, iniziava a calmarsi.
FUORI CONTROLLO - Il vice comandante della Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf, sotto comando Nato), generale Adrian Bradshaw, confermando che «uno dei nostri soldati ha ucciso e ferito un certo numero di civili in un villaggio adiacente alla sua base» sostiene di non essere «in grado di spiegare le ragioni del suo gesto». In un comunicato da lui firmato in assenza del comandante della Forza, generale John Allen, Bradshaw ha aggiunto che si è trattato di «un gesto disumano» che «non faceva in alcun modo parte di una attività autorizzata dell'Isaf». Prima di presentare «il rammarico ed il dolore per l'accaduto», l'alto ufficiale ha assicurato che «una inchiesta è già in corso ed ogni sforzo sarà fatto per stabilire la dinamica dei fatti e far rendere conto dell'accaduto a chiunque ne sia responsabile»
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