sabato 7 gennaio 2012

USA E METODI MILITARI. RAMPINI F., Iran, spettacolare blitz umanitario Usa, LA REPUBBLICA, 7 gennaio 2012

NEW YORK – Con un blitz spettacolare la U.S. Navy ha liberato 13 iraniani che erano prigionieri dei pirati somali da più di un mese. E’ un colpo di scena, che avviene proprio nel momento in cui l’Iran aveva minacciato di azioni militari gli Stati Uniti, se avessero fatto tornare una delle loro portaerei nel Golfo persico.

Nel bel mezzo dell’escalation di tensione tra Washington e Teheran, a sorpresa è avvenuto il colpo “umanitario” degli americani. L’operazione di salvataggio dei 13 pescatori iraniani si è svolta nel Golfo di Oman. Ha avuto per protagonista proprio la portaerei John Stennis, che si è trovata a sole otto miglia da un attacco dei pirati somali contro una nave mercantile che batte bandiera della Bahamas, la Sushine.

La portaerei è intervenuta con la sua artiglieria, poi è entrata in azione la cacciatorpediniera U.S.S. Kidd, i cui marinai hanno abbordato la nave pirata. In pochi minuti l’attacco si è concluso con la cattura di 15 pirati somali, trasportati in elicottero sulla U.S.S. Kidd dove sono stati messi agli arresti.

A bordo della loro nave, i militari americani hanno trovato i 13 pescatori iraniani, prigionieri da più di un mese. Gli iraniani hanno potuto recuperare il loro battello, sono stati riforniti di provviste e carburante, e sono potuti tornare nel loro porto d’origine, a Chah Bahar. L'Iran ha salutato l'azione come un "atto umanitario e positivo": così l'ha definita il

portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Ramin Mehmanparas, usando toni insolitamente distensivi verso Washington.

L’ironia della sorte ha voluto che il clamoroso salvataggio si avvenuto a 210 miglia marine dalla costa dell’Iran, proprio mentre quell’area era traversata da tensioni politico-militari acute. Martedì il ministro della Difesa iraniani aveva minacciato di un attacco proprio la portaerei Stennis, diffidandola dal fare ritorno nelle acque del Golfo Persico attraversando lo stretto di Hormuz.

Le minacce da Teheran, ribadite anche da un brigadiere generale, hanno fatto temere per la praticabilità di una delle rotte cruciali per il transito del petrolio dal Golfo Persico verso i paesi consumatori. Ora chissà che il nuovo ruolo “liberatore” della portaerei, debitamente pubblicizzato dalla Casa Bianca, non diventi l’occasione per sondare la possibilità di rapporti meno turbolenti.

(07 gennaio 2012)

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