venerdì 19 giugno 2015

VIOLENZA RAZZIALE MADE IN USA. G. OLIMPIO E REDAZIONE, Strage a Charleston, il killer confessa: voleva scatenare «guerra razziale», CORRIERE DELLA SERA, 19 giugno 2015

WASHINGTON - Dylann Roof ha pensato di essere un ribelle sudista. È stato lui a sparare, ha confessato agli inquirenti. Motivando la strage così: voleva scatenare «una guerra razziale». Un guerrigliero irriducibile, convinto che l’America sia finita in mano ai «neri», quelli che «stuprano le nostre donne». Idee estreme in una testa a volte annebbiata dalla droga. Sin dai tempi del liceo , come raccontano gli amici della scuola.


«Era un po’ strano, si imbottiva di roba e faceva battute razziste - hanno ricordato -, solo che pensavamo fosse solo uno scherzo». Invece dallo scherzo è passato ai fatti attaccando la chiesa di Charleston dove ha ucciso, mercoledì notte, 9 persone. Un assalto pianificato, pare, da sei mesi e reso possibile dalla pistola calibro 45 comprata - secondo la polizia - da lui stesso in un negozio della città. In una prima versione si era detto che fosse stato un regalo del padre.

lunedì 8 giugno 2015

CINEMA E SOCIETA'. INTERVISTA CON R. MINERVINI. M. CONSOLI, Minervini, tra fiction e documentario "Così vi racconto il lato oscuro degli Usa", L'ESPRESSO, 27 maggio 2015



Dimenticate gli sfavillanti grattacieli di New York, la spiaggia di Malibu, la notte delle stelle, la statua del Lincoln Memorial e tutte le immagini associate all’America trionfante, patria delle libertà civili e del sogno alla portata di tutti. Nel documentarioLouisiana (The Other Side), in uscita al cinema giovedì 28 dopo la positiva accoglienza al festival di Cannes, il regista Roberto Minervini ci porta a conoscere il lato oscuro degli Stati Uniti. 

Che, come dice lui, “sono un Paese allucinante, dove la democrazia nata attraverso il conflitto si basa sull’annichilimento di alcune fasce della società”. Nel nord dello Stato che intitola il film la cinepresa del regista originario di Fermo si incolla agli emarginati, ai poveri, ai senza tetto e senza diritti, a uomini e donne assuefatti all’uso degli stupefacenti e persino ai reduci di guerra, lasciati soli e ancora psicologicamente asserragliati, stavolta contro un nemico che è lo stesso Governo che li aveva assoldati.

sabato 6 giugno 2015

VIOLENZA MADE IN USA. G. OLIMPIO, Stati Uniti, tre agguati in poche settimane: e l'Fbi si mette alla ricerca del cecchino, CORRIERE DELLA SERA, 6 giugno 2015

WASHINGTON - Un serial killer nel nord del Colorado? Un misterioso cecchino che apre il fuoco su persone scelte a caso? Dopo tre agguati nell’arco di diverse settimane, la polizia non lo esclude, anche se resta cauta. Come spesso accade in situazioni come questa si è mossa l’Fbi che ha offerto 10 mila dollari di ricompensa a chiunque darà informazioni utili.

VERSO UNA NUOVA GUERRA FREDDA? P. VALENTINO, Putin: «Non sono aggressore, patto con l’Europa e parità con gli Usa», CORRIERE DELLA SERA, 6 giugno 2015

Sono quasi le 2 del mattino quando arriviamo alla fine dell’intervista. Vladimir Putin ha risposto per poco meno di due ore alle nostre domande. «Signor Presidente – chiede il direttore del Corriere della Sera, Luciano Fontana – c’è una cosa della quale si rammarica più di tutto nella sua vita, quella che lei considera un errore che non vorrebbe mai più ripetere?». Il presidente russo si aggiusta sulla poltrona, gli occhi sembrano improvvisamente farsi più brillanti. Resta per qualche secondo in silenzio, poi con la sua voce sottile e sempre a basso volume, dice: «Sarò assolutamente sincero con voi. Non posso adesso ricordare qualcosa. Evidentemente il Signore ha costruito la mia vita in modo tale che non ho niente da rimpiangere». 

CINEMA E SOCIETA'. P. BIANCHI, La Louisiana dall’altro lato della storia, DOPPIOZERO, maggio-giugno 2015

All’inizio c’è un’immagine fissa di un bosco, rigoglioso e selvaggio. C’è un silenzio e pare non esserci nessuno. C’è bisogno di qualche secondo per accorgersi che no, invece qualcuno effettivamente c’è. Sta proprio al centro dell’inquadratura ed è un uomo, vestito in abiti militari mimetici che si nasconde tra la vegetazione. Lo vediamo stagliarsi dallo sfondo e puntare un fucile verso qualcuno o qualcosa. Roberto Minervini inizia così Louisiana (The Other Side), quasi a voler giocare sulla difficile visibilità dei personaggi che andremo a vedere nel corso del suo film. Appena dopo la prima immagine nel bosco vediamo un uomo completamente nudo che all’alba cammina al margine della strada incurante del fatto che qualcuno lo possa vedere. Sono i primi due indizi di quello che sarà questo film: dovremo aguzzare lo sguardo e andare a vedere qualcosa che è di primo acchito invisibile agli occhi; quindi dovremo inventarci uno sguardo per vederlo. E lo vedremo nudo, senza alcun filtro: non dovremo provare vergogna perché avremo accesso persino agli aspetti più intimi della sua vita.