domenica 29 ottobre 2017

SUICIDI IN CRESCITA. CENTER FOR DISEASE CONTROL AND PREVENTION, 2016

  • https://www.cdc.gov/nchs/products/databriefs/db241.htm
  • From 1999 through 2014, the age-adjusted suicide rate in the United States increased 24%, from 10.5 to 13.0 per 100,000 population, with the pace of increase greater after 2006.
  • Suicide rates increased from 1999 through 2014 for both males and females and for all ages 10–74.
  • The percent increase in suicide rates for females was greatest for those aged 10–14, and for males, those aged 45–64.
  • The most frequent suicide method in 2014 for males involved the use of firearms (55.4%), while poisoning was the most frequent method for females (34.1%).
  • Percentages of suicides attributable to suffocation increased for both sexes between 1999 and 2014.

sabato 23 settembre 2017

FINE DEI CENTRI COMMERCIALI? C. DE CESARE, Crisi dei grandi centri commerciali, ora il Trentino li mette al bando, CORRIERE DELLA SERA, 23 settembre 2017

Negli Stati Uniti il mito del centro commerciale è crollato da tempo. Celebre l’inchiesta del New York Times con tanto di gallerie foto con queste gigantesche città fantasma ormai cadute in disgrazia vuote, abbandonate, disertate da molti consumatori stanchi di queste cattedrali moderne del consumo. Tanto che secondo alcuni analisti circa 400 dei circa 1.100 centri commerciali in America chiuderanno nei prossimi anni.

sabato 16 settembre 2017

UNA RASSEGNA SULLA NEW YORK DEGLI ANNI SETTANTA. G. D'AGNOLO VALLAN, Nostalgia canaglia per New York anni ’70, IL MANIFESTO, 16 settembre 2017

Ford to City: Drop Dead (traducibile come: Ford dice alla città: crepa!) è una delle copertine storiche del tabloid «Daily News», uscita il 29 ottobre 1975 in risposta all’annuncio che il presidente Gerald Ford aveva negato i fondi federali per alleviare New York dall’imminente bancarotta. È anche il titolo che il Film Forum ha scelto per una delle sue recenti retrospettive estive, dedicata al cinema sulla New York anni settanta. È stata, mi ha detto il direttore del Forum Bruce Goldstein, uno dei maggiori successi nella storia della sua sala.

Dal sito de "Il manifesto"https://ilmanifesto.it/cms/wp-content/uploads/2017/09/15/16vis2thedeucesoloweb.jpg

lunedì 4 settembre 2017

UN MODELLO PER TRUMP. R. KAPLAN, Per l’America di Trump il modello di Wilson, LA STAMPA, 3 settembre 2017

Dal nazionalismo all’interventismo democratico: senza ideali il Paese perderebbe sé stesso, il Presidente deve ispirarsi al suo lontano predecessore
Immagine tratta dal sito http://www.robertdkaplan.com/

lunedì 28 agosto 2017

LE PROMESSE DI TRUMP E I LAVORATORI. F. SEMPRINI, Fra i minatori d’America: “Trump, non tradirci”, LA STAMPA, 28 agosto 2017

Il 9 novembre 2016 Stacey Moeller si è svegliata alle 3.45 come ogni mattina, animata da un inconsueto e inatteso sentimento di speranza. Il motivo? Donald Trump. In quelle stesse ore Don Stahly stava lavorando al turno di notte come sempre, quando il capo ha concesso alla sua squadra trenta minuti per festeggiare. Il motivo? Donald Trump. Stacey e Don sono due volti della stessa storia, una storia che attraversa tutti gli Stati Uniti, dagli Appalachi al Midwest fino ad arrivare alle terre culla delle tribù della Grande Nazione. È la storia dei minatori d’America, i «blue collar» del carbone, quel pezzo di maggioranza silenziosa che ha votato per Trump e per la sua controrivoluzione verde, pilastro di «America First». Ed ora questa gente vuole che il presidente mantenga le sue promesse.  

domenica 6 agosto 2017

PRESENTIMENTI. PRIMA DI TRUMP. C. ROCCA, Lo sfuggente sogno americano, IL SOLE 24 ORE, 18 novembre 2015

Il paradosso è che l'uomo che predicava la speranza, Barack Obama, è finito con l'assestare un colpo possente all'American Dream. ll sogno americano è l'idea, anzi la certezza, che le cose possano migliorare, che lavorando sodo si riesca a crescere e progredire, che sia ineluttabile guardare al futuro con fiducia e ottimismo. «L'audacia della speranza», diceva Obama prima di essere eletto. Ecco, appunto, chi crede più nel Sogno Americano? Secondo l'Atlantic, oggi gli americani sembrano concentrati a mantenere ciò che hanno, più che a immaginare un futuro promettente e prospero.

domenica 30 luglio 2017

LE COLPE DELLA CLASSE MEDIO ALTA E LA FINE DEL SOGNO AMERICANO. E. HELMORE, The American dream? Top 20% pulling away from the rest, study finds, THE GUARDIAN, 4 giugno 2017

Does the American dream exist? Or has the middle class ruined it by hoarding opportunity on a scale that makes even the infamous one-percenters appear harmless and ineffectual?


That’s the question economics professor and Brookings Institution fellow Richard Reeves has set out to answer, and his findings are worrying: the top echelons of the US middle class – those earning over $120,000 – are separating from the rest of the US, and pulling up the drawbridge behind them.

giovedì 27 luglio 2017

TRUMP PRESIDENTE E IL RITORNO DEL PURITANESIMO. R. GENOVESE, Trump e l’America, IL PONTE, 27 marzo 2017

C’è un modo non superficiale di occuparsi del fenomeno Trump negli Stati Uniti, ed è quello di collocarlo nella storia di quel paese non come un fungo spuntato all’improvviso ma all’interno di una “lunga durata” i cui inizi risalgono ai coloni che, a partire dal Seicento, presero possesso di quelle terre sconfinate: i cosiddetti Pilgrim Fathers.

RICERCHE AMERICANE. FELICI QUANDO NON SI LAVORA. DA LA REPUBBLICA, 26 luglio 2017

https://kikukula4.blogspot.it/2017/07/ricerche-americane-felici-quando-non-si.html

venerdì 21 luglio 2017

SANITA' DOPO TRUMP. M. GAGGI, La sanità diseguale nell’America di oggi, CORRIERE DELLA SERA, 20 luglio 2017

La controriforma sanitaria di Donald Trump viene bloccata al Senato dagli stessi repubblicani, ma il presidente continua a chiedere comunque la cancellazione di Obamacare (la riforma del suo predecessore democratico) anche se ciò lascerebbe, in prospettiva, almeno 20 milioni di americani privi di copertura medica. Le forti diseguaglianze sociali che stanno lacerando il tessuto degli Stati Uniti si estendono, così, anche al campo della salute. Nel quale, però, non c’è solo il solco drammatico che divide i protetti, gli assicurati, dagli esclusi, i cittadini privi di copertura sanitaria. L’incertezza che grava anche sul futuro dell’attuale sistema basato sulle mutue private sta, infatti, spingendo un numero crescente di cittadini benestanti a rivolgersi alle cosiddette «boutique» della sanità: organizzazioni private che, agli iscritti che pagano dai 40 agli 80 mila dollari l’anno d’iscrizione per un nucleo familiare, garantiscono in caso di necessità un accesso privilegiato a medici competenti, visite in giornata senza code, trattamenti e ricoveri immediati in casi d’emergenza, senza passare per la bolgia del pronto soccorso ospedaliero.

giovedì 13 luglio 2017

LA GRANDE DEPRESSIONE 2. GLI EFFETTI DELLA PRIVATIZZAZIONE E DELLA DEREGULATION. G. SARCINA, Gli USA sono invecchiati, SETTE, 13 luglio 2017


Il reportage sugli USA presentato dall'inserto del CORRIERE DELLA SERA SETTE, a cura di G. Sarcina, potrebbe essere considerato come l'esito delle politiche economiche perseguite in quel Paese dai tempi di Reagan ad oggi. Nelle foto si vede un Paese in cui lo spazio pubblico appare letteralmente o distrutto (le strade rovinate), oppure abbandonato (le opere incompiute).

Fotografia tratta da SETTE, 13 luglio 2017


http://video.corriere.it/tratta-ferroviaria-peggiore-mondo-pesante-treno-merci-binari-deformati/6a4343de-692e-11e7-8ca5-a296e06be357?intcmp=video_wall_hp&vclk=videowall%7Ctratta-ferroviaria-peggiore-mondo-pesante-treno-merci-binari-deformati

martedì 4 luglio 2017

LA GRANDE DEPRESSIONE. E. DEAGLIO, San Francisco. Alla scoperta della Sistina degli operai, LA REPUBBLICA, 26 maggio 2017

SAN FRANCISCO. È un oggetto unico: fuori un po’ Ziggurat, dentro Babele. Svela segreti, comunica passioni. Quando fu costruita, in cima alla più alta delle 42 colline cittadine, era l’edificio più alto del Far West. Dalla cima si potevano vedere i contorni della fine del mondo: la fatale entrata della grande baia, la costa dell’oceano Pacifico, e la città di legno immediatamente risorta dopo un terremoto spettacolare. Trattandosi di oceani, nel piazzale misero una classica statua di Cristoforo Colombo, che però si era fermato sull’Atlantico. Cento anni dopo Colombo, andò su e giù da queste parti lo spregiudicato inglese Sir Francis Drake, ma mancò sempre l’imboccatura, per la troppa nebbia. Nel 1775 ci entrò, per primo, lo spagnolo Juan de Ayala. La nascosta, piccola San Francisco rimase tale fino al 1848, quando sul terreno del signor Sutter, uno svizzero, venne trovata una pepita d’oro. Arrivarono duecentomila desperados che costruirono la città più smodata del mondo. Di lì i beat, i gay, Steve Jobs e Uber.

sabato 24 giugno 2017

LA MELA BACATA 4. COCAINA NEI DOLLARI. E. DI PASQUA, New York, 8 banconote su 10 sono contaminate da cocaina, CORRIERE DELLA SERA, 23 giugno 2017

Forse la cosa più inquietante è quell’80 per cento dei dollari che circolano nella Grande Mela spolverati di cocaina, ovvero otto banconote su dieci. Non manca la morfina, la metanfetamina, l’anfetamina, l’eroina e una vasta gamma di sostanze stupefacenti veicolate dai soldi. E del resto, passando al setaccio la filigrana delle banconote, indagini simili a livello europeo hanno denunciato in passato una percentuale di soldi contaminati ancora più alta (anche perché la carta moneta viene arrotolata e utilizzata per sniffare molte sostanze). Ma il denaro non si limita ad avere contatti con la droga e raccoglie di tutto, dai batteri più di nicchia a frammenti di Dna animale, feci, urina, passando per una vasta gamma di tracce di cibo, tanto da poter intuire, a seconda della zona di New York dove è concentrato, cosa mangia la gente. 
Immagine tratta da www.newyorkfacile.it

PROCESSI DI IDENTIFICAZIONE. IMITARE MELANIA TRUMP. CORRIERE DELLA SERA, 24 giugno 2017


Tutte vogliono assomigliare alla first lady. La nuova tendenza in fatto di chirurgia plastica negli Stati Uniti è proprio questa, cercare di somigliare a Melania Trump. Il dottor Franklin Rose, texano, ha persino ideato un pacchetto ribattezzato “Melania makeover”, un pacchetto di operazioni per cercare di sembrare il più possibile simili alla moglie di Donald Trump. Tra gli interventi riduzione del seno, liposuzione, rinoplastica, lifting agli occhi e ai glutei. Esempio e simbolo di questa nuova tendenza Claudia Sierra, texana e madre di due bambini, che per diventare come Melania si è sottoposta a ben otto interventi, spendendo oltre 50mila euro. Ed ecco com’è diventata. “Melania per me è simbolo di potere e di forza - ha detto - Voglio sentirmi come la first lady che so di essere dentro” 




giovedì 22 giugno 2017

LETTERATURA E SOCIETA'. UN ROMANZO SUGLI STATI UNITI. C. LANGONE, Nel corpo dell'America batte un cuore scorretto, IL GIORNALE, 16 giugno 2017

Mi piace tantissimo Riccardo Ruggeri, classe 1934, che nel suo America. Un romanzo gotico (Marsilio) si scaglia contro le decadenti e saccenti élite occidentali, politiche, economiche, mediatiche, con una libertà mentale che non trovo in commentatori dell'età dei suoi figli se non dei suoi nipoti. Il multiculturalismo è «bieco», il politicamente corretto «una moda idiota», i premi Nobel dell'economia «tronfi e inutili», i Ceo della Silicon Valley «turpi»... Il bello è che l'attacco virulento a ciò che nel libro viene definito Ceo-capitalism non viene da un Alessandro Di Battista, da un comunistoide, da un descamisado, ma da un antico liberale che rimpiange Luigi Einaudi e che è stato proprio Ceo, amministratore delegato, per giunta di una grossa azienda con sede negli Usa (la New Holland, trattori e macchine movimento terra). Pertanto la sua è un'informatissima critica dall'interno, qualcosa di simile all'opera di Tom Wolfe che degli aborriti radical chic era vicino di casa, collega di salotto. La somiglianza è perfino stilistica e onestamente Ruggeri dichiara il proprio debito nei confronti di Hunter Thompson, che di Wolfe si potrebbe considerare il fratello minore e scapestrato.

LA MELA BACATA 3. «Steve Jobs odiava un dipendente Microsoft»: ecco com'è nato l'iPhone, IL MATTINO, 22 giugno 2017

Se l'iPhone esiste, lo si deve al fatto che il fondatore di Apple Steve Jobs odiava un dipendente di Microsoft. A raccontarlo Scott Forstall, papà del sistema operativo iOS di iPhone e iPad, durante un evento al Computer History Museum della California per celebrare i 10 anni del melafonino, entrato in commercio il 29 giugno 2007. «L'iPhone ha avuto un percorso molto tortuoso. Stavamo lavorando al progetto di un tablet, iniziato perché Steve odiava questo tizio di Microsoft», ha raccontato Forstall.

SUMMER LOVE 1967. I FIGLI DEI FIORI. BALZAROTTI, MICCOLUPPI, Estate 1967 è “Summer of Love”: 50 anni fa la rivoluzione pacifica e colorata dei Figli dei Fiori, IO DONNA, 21 giugno 2017

E' l’estate del 1967, e la metropoli californiana attira una tribù trasgressiva di giovani che inneggia all’amore libero, alla vita comunitaria, alla pace, fiduciosa di trovare – tra un concerto psichedelico e l’altro – nuovi orizzonti nella città più liberal degli States.

martedì 20 giugno 2017

LA MELA BACATA 2. G. A. STELLA, Le parole di Tim Cook e l’umanità che soffre, CORRIERE DELLA SERA, 20 giugno 2017

«Come posso servire l’umanità? Questa è la domanda più importante della vita», ha detto giorni fa il numero uno di Apple Tim Cook ai laureati del Mit di Boston. Evviva. E sono importanti tante altre cose dette dal guru hi-tech. La preoccupazione per le «persone che pensano come i computer, senza valori o compassione, senza preoccuparsi delle conseguenze».

lunedì 19 giugno 2017

LA MELA BACATA. LE FABBRICHE APPLE IN CINA. UN DOCUMENTARIO DI A. POIRET


La Apple è maestra nel marketing e senza alcun dubbio il design dei suoi prodotti è eccellente. Tuttavia, pochi sanno in che modo la multinazionale creata da Steve Jobs riesce a soddisfare l'immensa richiesta planetaria. La Apple dà in appalto la produzione a ditte che operano in Cina, dove nel paese del comunismo le leggi sul lavoro sono inesistenti o violate sistematicamente!

sabato 17 giugno 2017

CINEMA. INTERVISTA CON D. LYNCH. L. CELADA, David Lynch, un alieno in palinsesto, IL MANIFESTO, 17 giugno 2017

La riedizione di Twin Peaks è un’apparizione miracolosa, un fenomeno paranormale sui palinsesti mondiali. La prima serie di David Lynch e Mark Frost rivoluzionò una televisione ormai praticamente scomparsa, quella dei network, scardinando i programmi generalisti della ABC e sancendo in qualche modo il suo declino, che avrebbe portato all’ecosistema dei mille canali. 25 anni dopo, la nuova serie produce la stessa spinta eversiva nell’«età dell’oro» della TV. In un momento in cui «innovazione» è spesso uno slogan dell’ufficio marketing, Twin Peaks preme sui confini della meta narrazione, un’opera buñueliana che inietta una voce autoriale aliena nella formula seriale.

CINEMA. MORTO IL REGISTA J. AVILDSEN.

Nel rapido ricordo odierno di J. Avildsen, stampa e televisione associano questo regista ai film di maggior successo commerciale dimenticando "La guerra privata del cittadino Joe" (1970) e "Salvate la tigre"  (1973)(impegnato, si limitano a dire al TG 2). Per il primo film si rimanda a questa stessa sezione (http://kikukula3.blogspot.it/2017/01/film-del-passato-per-capire-il-presente.html).

venerdì 14 aprile 2017

LE GUERRE DI TRUMP. AFGHANISTAN. G. OLIMPIO, Gli Stati Uniti sganciano la «madre di tutte le bombe», la più potente bomba non atomica mai usata, CORRIERE DELLA SERA, 13 aprile 2017

WASHINGTON — Il Pentagono ha usato per la prima volta la «madre di tutte le bombe», dopo di questa c'è solo quella nucleare. Un aereo delle forze speciali l'ha lanciata su posizioni jihadiste nella provincia di Nangahar, nell’Afghanistan orientale. Una serie di tunnel dove erano nascosti elementi Isis. Un’operazione che però ha un significato che va oltre questo target: il ricorso a questo ordigno — noto anche come Moab: «Massive ordnance air blast» o «Mother of all bombs», «madre di tutte le bombe» appunto — è probabilmente un messaggio anche ad altri nemici, nord coreani compresi.

IL LIBERO MERCATO NEGLI USA. AEREI. M. GAGGI, La lotta di classe sugli aerei americani, CORRIERE DELLA SERA, 13 aprile 2017

Prepotenza e avidità delle aviolinee americane diventate, con le fusioni, un oligolopolio (in quattro, Delta, American, United e Southwest, si spartiscono i due terzi del traffico Usa che è la metà di quello mondiale), ma anche accuse di razzismo (il passeggero maltrattato e ferito è un medico di origine vietnamita) e di scelte commerciali esasperate o scriteriate. Dietro il «caso United» c’è, però, soprattutto la realtà di una forte esasperazione classista del trasporto aereo. 

domenica 2 aprile 2017

TRUMP AL POTERE. A. PANEBIANCO, Barriere, commerci e gli orfani del libero scambio, CORRIERE DELLA SERA, 1 aprile 2017

Mettendo da parte le sincere preoccupazioni dei meglio informati e i loro sforzi di valutare con obiettività la situazione in atto, si può constatare la presenza di due pecche in molte reazioni europee ai battaglieri propositi protezionisti di Donald Trump: da un lato, dosi massicce di ipocrisia e, dall’altro, una minimizzazione eccessiva del peso e delle conseguenze delle annunciate scelte di Trump.

domenica 22 gennaio 2017

FILM DEL PASSATO PER CAPIRE IL PRESENTE. LA GUERRA PRIVATA DEL CITTADINO JOE (J. AVILDSEN, 1970) MILLERTROPICO, IN FILMTV.IT

Il regista mette a  confronto (e in rotta di collisione fra loro), tre ambienti sociali contrapposti e tre categorie di persone molto differenziate che diventano qui, più che la fotografia, lo specchio deformato – proiettato sul futuro - di quella che era la società nord americana dei primi anni '70. Il tema è dunque uno di quelli che ci porta a riflettere seriamente su una serie di problematiche importanti, una delle quali è proprio suggerita dall’analisi che il film fa (un vero e proprio focus particolarmente critico e articolato) sulla classe operaia del periodo, o per lo meno su una certa parte di essa.


venerdì 20 gennaio 2017

TRUMP NUOVO PRESIDENTE. IL DISCORSO. P. M. ALFIERI, Stati Uniti. Donald Trump ha giurato, è il 45° presidente. Discorso patriottico, AVVENIRE, 20 gennaio 2017

Donald Trump ha prestato giuramento a Capitol Hill e diventa ufficialmente il 45° presidente degli Stati Uniti d'America. Ora è l'uomo al comando, l'uomo più potente della terra. Come cambierà la politica interna e estera degli Usa lo vedremo presto. Promesse ne ha fatte molte, ma dovrà vedersela con il Congresso. 

venerdì 13 gennaio 2017

GOVERNO TRUMP. LAVORO. M. GAGGI, Trump e i robot che rubano lavoro, CORRIERE DELLA SERA, 12 gennaio 2017

Tutto in 14 ore: l’addio di Obama col discorso di Chicago e la prima conferenza stampa dell’era Trump. La sobrietà, la riflessione di un presidente che se ne va dopo otto anni senza l’ombra di uno scandalo. Otto anni di sortite misurate. Forse troppo. Tutt’altro film col nuovo presidente. 

GOVERNO TRUMP. EDUCAZIONE. DA CORRIERE DELLA SERA, 13 gennaio 2017

http://kikukula5.blogspot.it/2017/01/governo-trump-educazione-o-riva-la.html

mercoledì 11 gennaio 2017

SISTEMI EDUCATIVI ED USO DI INTERNET A SCUOLA. DA CORRIERE DELLA SERA, 11 gennaio 2017

http://kikukula2.blogspot.it/2017/01/sistemi-educativi-ed-uso-di-internet.html

http://www.corriere.it/scuola/medie/cards/rete-come-biblioteca-lezione-storici-nativi-digitali-prova-test/neppure-nativi-riconoscono-contenuti-sponsorizzati.shtml