domenica 30 luglio 2017

LE COLPE DELLA CLASSE MEDIO ALTA E LA FINE DEL SOGNO AMERICANO. E. HELMORE, The American dream? Top 20% pulling away from the rest, study finds, THE GUARDIAN, 4 giugno 2017

Does the American dream exist? Or has the middle class ruined it by hoarding opportunity on a scale that makes even the infamous one-percenters appear harmless and ineffectual?


That’s the question economics professor and Brookings Institution fellow Richard Reeves has set out to answer, and his findings are worrying: the top echelons of the US middle class – those earning over $120,000 – are separating from the rest of the US, and pulling up the drawbridge behind them.

giovedì 27 luglio 2017

TRUMP PRESIDENTE E IL RITORNO DEL PURITANESIMO. R. GENOVESE, Trump e l’America, IL PONTE, 27 marzo 2017

C’è un modo non superficiale di occuparsi del fenomeno Trump negli Stati Uniti, ed è quello di collocarlo nella storia di quel paese non come un fungo spuntato all’improvviso ma all’interno di una “lunga durata” i cui inizi risalgono ai coloni che, a partire dal Seicento, presero possesso di quelle terre sconfinate: i cosiddetti Pilgrim Fathers.

RICERCHE AMERICANE. FELICI QUANDO NON SI LAVORA. DA LA REPUBBLICA, 26 luglio 2017

https://kikukula4.blogspot.it/2017/07/ricerche-americane-felici-quando-non-si.html

venerdì 21 luglio 2017

SANITA' DOPO TRUMP. M. GAGGI, La sanità diseguale nell’America di oggi, CORRIERE DELLA SERA, 20 luglio 2017

La controriforma sanitaria di Donald Trump viene bloccata al Senato dagli stessi repubblicani, ma il presidente continua a chiedere comunque la cancellazione di Obamacare (la riforma del suo predecessore democratico) anche se ciò lascerebbe, in prospettiva, almeno 20 milioni di americani privi di copertura medica. Le forti diseguaglianze sociali che stanno lacerando il tessuto degli Stati Uniti si estendono, così, anche al campo della salute. Nel quale, però, non c’è solo il solco drammatico che divide i protetti, gli assicurati, dagli esclusi, i cittadini privi di copertura sanitaria. L’incertezza che grava anche sul futuro dell’attuale sistema basato sulle mutue private sta, infatti, spingendo un numero crescente di cittadini benestanti a rivolgersi alle cosiddette «boutique» della sanità: organizzazioni private che, agli iscritti che pagano dai 40 agli 80 mila dollari l’anno d’iscrizione per un nucleo familiare, garantiscono in caso di necessità un accesso privilegiato a medici competenti, visite in giornata senza code, trattamenti e ricoveri immediati in casi d’emergenza, senza passare per la bolgia del pronto soccorso ospedaliero.

giovedì 13 luglio 2017

LA GRANDE DEPRESSIONE 2. GLI EFFETTI DELLA PRIVATIZZAZIONE E DELLA DEREGULATION. G. SARCINA, Gli USA sono invecchiati, SETTE, 13 luglio 2017


Il reportage sugli USA presentato dall'inserto del CORRIERE DELLA SERA SETTE, a cura di G. Sarcina, potrebbe essere considerato come l'esito delle politiche economiche perseguite in quel Paese dai tempi di Reagan ad oggi. Nelle foto si vede un Paese in cui lo spazio pubblico appare letteralmente o distrutto (le strade rovinate), oppure abbandonato (le opere incompiute).

Fotografia tratta da SETTE, 13 luglio 2017


http://video.corriere.it/tratta-ferroviaria-peggiore-mondo-pesante-treno-merci-binari-deformati/6a4343de-692e-11e7-8ca5-a296e06be357?intcmp=video_wall_hp&vclk=videowall%7Ctratta-ferroviaria-peggiore-mondo-pesante-treno-merci-binari-deformati

martedì 4 luglio 2017

LA GRANDE DEPRESSIONE. E. DEAGLIO, San Francisco. Alla scoperta della Sistina degli operai, LA REPUBBLICA, 26 maggio 2017

SAN FRANCISCO. È un oggetto unico: fuori un po’ Ziggurat, dentro Babele. Svela segreti, comunica passioni. Quando fu costruita, in cima alla più alta delle 42 colline cittadine, era l’edificio più alto del Far West. Dalla cima si potevano vedere i contorni della fine del mondo: la fatale entrata della grande baia, la costa dell’oceano Pacifico, e la città di legno immediatamente risorta dopo un terremoto spettacolare. Trattandosi di oceani, nel piazzale misero una classica statua di Cristoforo Colombo, che però si era fermato sull’Atlantico. Cento anni dopo Colombo, andò su e giù da queste parti lo spregiudicato inglese Sir Francis Drake, ma mancò sempre l’imboccatura, per la troppa nebbia. Nel 1775 ci entrò, per primo, lo spagnolo Juan de Ayala. La nascosta, piccola San Francisco rimase tale fino al 1848, quando sul terreno del signor Sutter, uno svizzero, venne trovata una pepita d’oro. Arrivarono duecentomila desperados che costruirono la città più smodata del mondo. Di lì i beat, i gay, Steve Jobs e Uber.