lunedì 15 aprile 2013

USA. SESSO E POLITICA. REDAZIONE, Leggi anti-sodomia e astinenza... Il sesso ossessiona i Repubblicani, L'UNITA', 13 aprile 2013

Per i Repubblicani il sesso è un chiodo fisso? Detta così, fraintedere sarebbe facile. Ma, proposte di legge alla mano, non si può negare che il partito con il simbolo dell'elefantino abbia un certo interesse per la regolamentazione della sfera sessuale umana.

Le vie intraprese sono state diverse dall'inizio dell'anno: si va da vecchie leggi anti-sodomia che minacciano di tornare in auge (come vorrebbe il repubblicano Ken Cuccinelli in Virginia) a corsi per insegnare ai giovani i benefici dell'astinenza sessuale (il disegno di legge del Congresso cerca di indirizzare a questo programma 550 milioni di dollari). Ma non finisce qui. Il Planned Parenthood - cioè il programma federale che sostiene l'educazione sessuale, l'accesso alla sanità e la legislazione pro-vita - è, ad esempio, uno degli bersagli preferiti.

Il senatore Rick Santorum, che ha partecipato alle ultime primarie per la corsa alle presidenziali, l'aveva definita «una organizzazione vile», «una mostruosità». Una demonizzazione non proprio popolare negli Stati Uniti, ma i Repubblicani anche quest'anno hanno continuato la loro crociata, con due proposte di legge presentate dalle deputate del Tennessee Marsha Blackburn e Diane Black che hanno proprio lo scopo di togliere al programma i fondi federali. Non mancano neanche le nuove proposte anti-aborto.

Il North Dakota guida la carica, con un disegno di legge che vieta l'interruzione di gravidanza prima delle sei settimane di gravidanza. Nel frattempo l'Arkansas è passato al divieto di aborto dopo le 12 settimane. Sotto attacco anche le cliniche in cui viene praticato l'aborto che, in Mississipi e North Dakota, sono a rischio chiusura per alcune misure che rischiedono standard di sicurezza più stringenti, inutili secondo molti.

La repubblicana del New Mexico Cathrynn Brown all'inizio dell'anno ha proposto una legge che - se fosse stata approvata - avrebbe preso di mira le donne rimaste incinta dopo uno stupro: se avessero abortito sarebbero state considerate colpevoli di «inquinamento delle prove». Nonostante i tentativi della Brown di arginare le polemiche modificando il linguaggio del testo, la legge non è passata.

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