Obama apre a Khamenei: sì al nucleare civile se sorvegliato
La mole di dati raccolti migliora i rapporti con Russia e Cina
WASHINGTON – Dozzine di missioni di droni. Una sorveglianza attenta con i satelliti spia. Possibili incursioni di aerei da spionaggio U2, quelli della guerra fredda. Monitoraggio dei siti sensibili. Raccolta di comunicazioni e contatti attraverso la grande rete elettronica della Nsa. E probabilmente lavoro sul terreno, affidato a informatori locali. Negli ultimi due anni la Cia ha accresciuto l’attività di intelligence sul programma nucleare iraniano. Un'operazione coordinata da una nuova struttura conosciuta come «Persian House» (casa persiana) dove sono confluiti decine di esperti. A guidarla un alto funzionario con una lunga esperienza in aree delicate.IL DRONE - Le missioni di spionaggio statunitensi (e israeliane) non sono certo un segreto. Non solo per le montagne di articoli scritti sull'argomento ma anche per prove tangibili. L'esplosioni negli impianti militari ne sono il primo esempio: probabilmente atti di sabotaggio condotti insieme a oppositori iraniani. Poi c'è stato il famoso episodio del sofisticato drone «Sentinel» catturato, intatto, dagli iraniani. Il velivolo senza pilota è probabilmente finito al suolo per un'avaria e i pasdaran lo hanno ritrovato. Una preda di guerra mostrata in pubblico. L'incidente ha portato alcuni ufficiali a chiedere l'installazione a bordo di un sistema di autodistruzione nel caso si perda il contatto con il drone. Ma la Cia si è opposta sostenendo che l'apparato poteva compromettere la funzionalità del Sentinel.
IL PROGRAMMA IRANIANO E ISRAELE - Il Washington Post nel rivelare l'ampiezza del programma ha sottolineato come le spie statunitensi sarebbero in grado di comprendere i progressi iraniani nel settore atomico. Una conoscenza – e non a caso viene enfatizzata – che permetterebbe di evitare sorprese. Non la pensano così, invece, gli israeliani. Nel sostenere la necessità di un blitz affermano che l'Occidente potrebbe non accorgersi dei progressi di Teheran e dunque un giorno i mullah potrebbero annunciare «abbiamo la Bomba».
INFORMAZIONI «SOLIDE» - Per il quotidiano, poi, il grande volume di dati di intelligence ha dato alla Casa Bianca maggiore peso nei contatti diplomatici con Russia e Cina, le due potenze che ostacolano ogni iniziativa dura contro l'Iran. In sostanza Obama avrebbe mostrato alle controparti informazioni «solide» su cosa stanno combinando gli ayatollah. Secondo le valutazioni Usa, Teheran ha fatto passi in avanti ma non ha ancora deciso se arrivare alla preparazione dell'ordigno.
SÌ AL PROGRAMMA NUCLEARE CIVILE? - Per questo – secondo un altro articolo sempre sul Washington Post – la Casa Bianca potrebbe accettare un programma nucleare civile iraniano purché strettamente sorvegliato. L'idea è ancora vaga (e da perfezionare) ma Obama l'avrebbe fatta arrivare agli iraniani attraverso un canale turco. Segnali prima dei contatti diplomatici diretti con l'Iran dove verrà chiesto ai mullah di procedere alla chiusura dell'impianto di Fardow. Si tratta di un sito nucleare scavato nelle viscere di una montagna e dunque difficile da monitorare.
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