Il nome del giovane di Schignano - tradotto in Joseph Peduzzi - compare nell'elenco ufficiale degli oltre 1.500 passeggeri inghiottiti dal mare il 15 aprile del 1912. Dopo aver lasciato il paese natio, in Inghilterra il giovanissimo Giuseppe aveva trovato lavoro in un ristorante come cameriere. Una fitta corrispondenza tra Londra e i monti comaschi resta l'unica testimonianza di quel periodo. Nell'ultima lettera arrivata cent'anni fa ai familiari, il ragazzo 24enne racconta dell'imminente imbarco sul transatlantico dei suoi sogni per un viaggio di sola andata con destinazione New York.
Il finale è noto. Da quel momento, l'intera comunità di Schignano si sente legata indissolubilmente al più grande disastro della storia della navigazione. Pur non avendo un corpo da seppellire, i familiari di Peduzzi vogliono che ci sia comunque una lapide nel cimitero del paese. «Fratello Giuseppe - incidono sul marmo - sul mare ove improvvisa catastrofe del Titanic ti sommerse il 15 aprile 1912». Hanno un'unica fotografia del giovane, un'immagine in bianco e nero che sistemano con cura a perenne memoria. Misteriosamente però, circa vent'anni fa la foto scompare. «È stata trafugata dal cimitero e non è mai stato chiarito da chi e perché - ricorda Cesare Beretta, assessore a Schignano e capofila di un comitato nato per ricordare la tragedia del Titanic. - Gli eredi hanno lanciato ripetuti appelli per recuperare quella preziosa fotografia, ma senza esito».
In vista del centesimo anniversario della tragedia, l'amministrazione comunale si è così rivolta a una disegnatrice professionista, Elena Bordoli. L'artista, basandosi sui ricordi di famiglia, ha realizzato un ritratto di Giuseppe Peduzzi, un'immagine che ieri è stata collocata sulla lapide in memoria del ragazzo. «Naturalmente gli eredi sperano ancora che qualcuno si faccia avanti per restituire la fotografia originale - ricorda Beretta -. Ora però almeno c'è un ritratto».
Ieri, nella casa prepositurale di Schignano è stata inaugurata la mostra «15-04-1912 15-04-2012, per non dimenticare», voluta dall'amministrazione comunale appunto per ricordare Giuseppe Peduzzi e con lui le oltre 1.500 vittime del Titanic. Nelle sale sono esposti cimeli originali del transatlantico, recuperati grazie anche alla collaborazione del collezionista Matteo Pelloli. Tra i pezzi in mostra, blocchi di carbone utilizzati per alimentare la nave e pubblicazioni della biblioteca di bordo recuperate dopo il naufragio. L'esposizione resterà aperta fino al 15 aprile.
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