mercoledì 28 marzo 2012

SANITA' MADE IN USA. MAZZONIS M., La sanità è incostituzionale?, L'UNITA', 27 marzo 2012

Sembra un paradosso, ma potrebbe essere così. Da ieri la Corte Suprema degli Stati Uniti dibatte il tema: è Obamacare conforme alla costituzione? Ci sono un milione di cose da dire sul tema sanità e Stati Uniti. Cominciamo con quattro.


1. Perché la Corte discute? Diversi Stati (a guida repubblicana) e associazioni industriali hanno avanzato dubbi di costituzionalità e più di un giudice federale ha dato loro ragione. Il motivo? Il delicato equilibrio che esiste in una federazione tra potere centrale, poteri statali e individuo. La riforma impone a tutti i cittadini di assicurarsi e prevede una multa per chi non lo fa. Il motivo è aumentare il flusso di cassa: se tutti si assicurano, anche chi non usa la Sanità, si raccoglieranno più soldi di oggi. Chi non si vuole assicurare – sostengono i riformatori – lo fa a danno degli altri, che se ha un incidente o si ammala, pagheranno per le sue cure. Già, dicono i contrari, ma l’obbligo di assicurarsi e l’imposizione agli Stati di multare è un uso improprio dei poteri federali. Si comincia così e poi Washington imporrà qualsiasi cosa: oggi un giudice conservatore ha chiesto all’avvocato che difende la riforma, “secondo lei il governo federale può imporre di comprare un determinato cibo?”. Un tesi radicale e falsata, che ha però qualche fondamento giuridico in un sistema che non funziona bene come ci si racconta spesso. La discussione alla Corte verterà su due temi: la possibilità del governo federale di imporre qualcosa agli individui e la natura della penalità in caso di mancata assicurazione. La multa è una tassa? A queste domande si collega la terza: la Sanità è un tema federale o no? Molti sostengono di si: Washington decide su molte altre cose in materia sanitaria e spende molto. Se i giudici dovessero però dare ragione a chi è contrario alla riforma si aprirebbe un vaso di Pandora opposto: su quante cose il governo centrale ha deciso senza avere il potere costituzionale di farlo?
2. Come decide la Corte? Si vota. Non sempre sulla base delle proprie convinzioni ideologiche. Ma spesso si. In questo momento la Corte è composta da 4 giudici molto conservatori – compreso il presidente John Roberts – da 4 liberal e da uno swing vote, il giudice Kennedy che è l’ago della bilancia nei dibattimenti controversi. Gli esperti dicono che al momento l’obbligo di assicurarsi non ha necessariamente 5 voti. I giudici conservatori sono stati molto aggressivi nel porre domande (che non vuol dire che abbiano già deciso, ma che in caso di assenso alla riforma vogliono scrivere una sentenza che non apra spazi a un eccesso di libertà per il governo federale.
3. Se la Corte boccia l’obbligo che succede? Non è la fine della riforma, oppure si. Dipende da come la Corte interpreta la sua bocciatura. Di certo ci sono alcune parti della legge che andranno riscritte. Tra queste anche quelle popolari che impongono l’obbligo alle assicurazioni di assicurare le persone malate e di non far pagare di più ai malati o ai cronici.
4. Che effetto politico avrà una bocciatura/promozione? Questa è in fondo la domanda più importante. La riforma non è abbastanza popolare. Una parte la ritiene invasiva. Una piccola parte al ritiene troppo poco riformatrice. Il problema è che la parte più importante della legge entra in vigore nel 2014, quindi nessuno sa che effetto avrà sulla sua vita. I giovani sono più favorevoli, gli anziani, che hanno già l’assicurazione non vogliono cambiamenti (ecco una divisione generazionale che in Italia riguarda pensioni e mercato del lavoro). Obama e i suoi hanno cominciato una campagna aggressiva sull’importanza della riforma. Non lo avevano fatto nel 2010 e l’hanno pagata. Ora provano a invertire la rotta. Con testimonianze di pazienti, infermieri, medici, tutti ieri in piazza davanti alla Corte (foto). Devono riprendere il timone che nel 2010 il Tea Party, ieri di nuovo in piazza con Santorum, li ha massacrati: la riforma è socialista, è burocratica, cancella i diritti delle persone. Obama insomma ha deciso di giocarsi di nuovo la carta della legge più importante che ha ottenuto. Se la Corte non boccia la riforma il suo sarà un trionfo. Se la boccia, si aprirà uno scontro furibondo con i repubblicani su quanta parte cancellarne. La campagna potrebbe di nuovo essere su questo. Sullo sfondo resta il grande tema della sanità. Per quanti? Pagata da chi? Gli Usa spendono una valanga di soldi per curare se stessi, il sistema non funziona e una riforma serve. Se la Corte bocciasse Obamacare si ripartirebbe dal via. Altrimenti dopo il 2014 si vedrà cosa funziona, cosa no. E si potrà correggere. Lo scontro sul welfare resta una delel grandi questioni politiche. Anche nel XXI secolo.

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