giovedì 10 luglio 2014

PARI OPPORTUNITA' E MERITOCRAZIA MADE IN USA. F. SEMPRINI, Clinton, 75 mila dollari a discorso, LA STAMPA, 10 luglio 2014

Buon sangue non mente, è il caso di dire parlando dei Clinton, visto che dopo Bill e Hillary, anche Chelsea è entrata nella macchina da soldi di famiglia. L’ex «First daughter» incassa 75 mila dollari per ogni discorso pronunciato in pubblico, secondo quanto riferito dal New York Times, tanto quanto l’ex vicepresidente degli Stati Uniti, Dick Cheney. Ma con la differenza che, al contrario dei suoi genitori, la 34 enne futura mamma non ha ancora ricoperto nessun incarico pubblico, non ha avuto nessun ruolo politico e non ha fatto attività filantropica al di fuori dell’organizzazione di famiglia. In comune con Cheney, inoltre, ha solo la durata della permanenza alla Casa Bianca, ovvero otto anni, ma nel ruolo dinastico di figlia del presidente degli Stati Uniti e non di suo vice.  


La cospicua parcella di Chelsea si va a sommare allo stipendio di 600 mila dollari che la donna incassa come inviata della rete televisiva Nbc News, sebbene lo stipendio e la presenza sul lavoro siano stati rivisti su richiesta dalla Clinton dopo l’inizio della gravidanza. Gli introiti di Chelsea si vanno a sommare a quelli accumulati dall’ex presidente e dall’ex segretario di Stato, che incassano somme comprese tra i 100 mila e i 300 mila dollari per ogni intervento pubblico. Hillary ad esempio, lo scorso mese ha incassato 300 mila dollari per parlare all’Università della California a Los Angeles, e altri 225 mila per intervenire in un college di Las Vegas, soldi finiti nelle casse della Clinton Foundation, come la stessa ex senatrice ha tenuto a precisare. Una regola «erga omnes» visto che un portavoce della famiglia Clinton si è affrettato a precisare che non tutti i discorsi di Chelsea sono retribuiti, e che in ogni caso il denaro serve a finanziare le attività della fondazione. In ogni caso è inconfutabile che Chelsea è entrata di diritto nel business di famiglia, e questo nonostante il suo limitato curriculum, almeno in campo pubblico e politico. Come dire, buon nome non mente. 

Nessun commento:

Posta un commento