martedì 1 novembre 2011

CINEMA. GANGS OF NEW YORK, di MARIO FAGOTTO F., Alcune considerazioni

 Il bambino chiarisce alla domanda del coetaneo della fazione avversa: si prepara una battaglia fra “nativi” e “conigli morti”. I conigli morti si annunciano attraverso due simboli tradizionali: la famiglia (padre-figlio maschio) e la croce cristiana (S. Michele arcangelo che cacciò Satana dal paradiso) che difende dalle insidie.

Altri rituali e simboli, non solo cristiani (alcuni uomini ballano e suonano al ritmo di musiche vagamente africane) si intravvedono mentre un gruppo sempre più folto di uomini, abbigliati con costumi semi-primitivi per combattere, escono da una costruzione, a più piani, in legno che ci viene mostrata in totale attraverso una combinazione di una panoramica in verticale e uno zoom all’indietro.


 Sequenza 2. Esterno. Si vede una città innevata. Gli uomini escono da quella che capiamo essere l’antica birreria (c’è una scritta sopra la porta). Il gruppo (una trentina di persone fra cui alcune donne) si posiziona su un lato della piazza della città e sembra attendere qualcosa.
Da diverse vie e da un altro edificio cominciano, allora, a fluire sulla piazza molti individui capeggiati da un capobanda (Bill) che ironizza subito contro il gruppo (“E’ tutta qua l’armata del papa? Un paio di vecchie megère ed alcuni luridi straccioni?”).

Al che, accanto al primo gruppo, cominciano ad affiancarsi diverse bande che si presentano, ognuna armata e pronta, con tutta evidenza a scontrarsi con ferocia.

   Bill chiarisce le ragioni di questa sfida: lo scontro dovrebbe decidere chi comanderà sui Five Points, evidentemente un territorio importante: “Se noi nativi, forti del diritto di nascita, su questa bella terra o le orde forestiere che la imbrattano”. “Possa il signore dei cristiani guidare la mia mano contro voi, papisti romani” grida Bill.

   COMINCIA COSI' GANGS OF NEW YORK MOSTRANDOCI CHE IL TERRITORIO SI CONQUISTA COMBATTENDO; CHE IL DIRITTO SI FONDA SULLA VIOLENZA DI CHI SI RICHIAMA ALLO IUS SOLI; CHE LO STATO DI NATURA, PIUTTOSTO CHE PRECEDERE LO STATO CIVILE, CONVIVE AMBIGUAMENTE CON ESSO; CHE LA ‘CIVILTA’ (DA CIVITAS, CITTA’) HA BISOGNO DI MITI DI FONDAZIONE E DI RITI INIZIATICI DA CUI SI IMPARA IL SUO STATUTO DOPPIO DI VIOLENZA E LEGGE.

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