giovedì 28 giugno 2012

RIFORMA SANITARIA USA. MOLINARI M., Sanità, il sì della Corte Suprema, LA STAMPA, 28 giugno 2012

Con un verdetto di 5 a 4 la Corte Suprema di Washington attesta la costituzionalità della riforma della Sanità assegnando a Barack Obama una vittoria politica che i repubblicani possono adesso rovesciare solo riuscendo a conquistare la Casa Bianca.

L'ago della bilancia della sentenza è stato il presidente della Corte Suprema, John Roberts, che ha firmato il testo sostenuto dai quattro giudici liberal - Kagan, Sotomayor, Ginsberg e Breyer - nel quale si afferma che l'obbligo individuale di avere la copertura sanitaria è l'equivalente di "una tassa" e come tale può essere imposto dal Congresso, come avvenuto proprio con l'approvazione della legge di riforma nel 2010.

"Poiché la Costituzione consente tale tassa non possiamo proibirla" ha scritto Roberts, che fu nominato dal presidente repubblicano George W. Bush. In dissenso l'opinione dei giudici conservatori Alito, Scalia, Kennedy e Thomas che avrebbero voluto dichiarare incostituzionale la legge opponendosi alla legittimità del mandato individuale.

L'effetto politico immediato della sentenza è una vittoria per l'amministrazione Obama che vede legittimata la maggiore battaglia finora condotta, potendo contare sul sostegno della Corte Suprema nel contrastare la massiccia campagna condotta dai repubblicani contro la riforma.

Ma gli strateghi di Mitt Romney, che sfiderà Obama in novembre, sono in realtà convinti di poter sfruttare a loro favore la sentenza, perché la riforma resta molto impopolare nell'opinione pubblica e dunque possono avere una carta in più per mobilitare gli elettori in vista della sfida dell'Election Day.

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