martedì 7 agosto 2012

STRAGI MADE IN USA. GALLORI P., Strage nel tempio sikh, i mille volti del killer, LA REPUBBLICA, 7 agosto 2012

Ex militare addestrato alla guerra psicologica ma espulso per ubriachezza, musicista hardcore vicino ai suprematisti: gli inquirenti ancora alla ricerca della pista giusta per spiegare la strage nel tempio sikh di Oak Creek, compiuta dal misterioso Wade Michael Page



Wade Michael Page era un militare, espulso dall'esercito per ubriachezza, e un musicista hardcore ispirato dal suprematismo bianco. L'equazione è quasi obbligata, immediata la deduzione investigativa che riconduce all'odio razzista l'irruzione di domenica scorsa 1, pistola alla mano, di quel 40enne rasato e tatuato nel tempio sikh di Oak Creek, periferia di Milwaukee, Wisconsin. Gli spari, sei persone uccise in nome della razza, prima che la polizia fermi Page uccidendolo. L'affresco sembra completo, eppure gli inquirenti non sono convinti al punto di chiudere il caso fissando quel movente nella storia criminale degli Usa.

FOTO 2End Apathy, la band del killer

Incertezza perfettamente sintetizzata dal locale capo della polizia, John Edwards: "Le ragioni di un simile gesto potrebbero anche non emergere mai con certezza. Abbiamo tante informazioni da decifrare e da ordinare, prima di poter sciogliere le nostre riserve e dire perché è accaduto tutto questo. Ammesso che ci riusciamo". Il profilo dello sparatore al momento è un puzzle. La visione d'insieme sembra rivelare un'immagine piuttosto chiara, ma le tessere mancanti potrebbero celare dettagli in grado di confermare o ribaltare quel quadro. Nessuna testimonianza avvalora
l'idea che Page fosse un fanatico esaltato. Manca una rivendicazione, un manifesto, una chiara dichiarazione d'intenti. E durante la sparatoria, Page non ha proferito parola.

Chi lo conosceva, descrive Wade Michael Page come una persona calma, tranquilla. "Non sembrava il tipo che alza la voce", dichiara oggi Kurt Weins, che ha affittato a Page l'appartamento dove viveva a Cudahy, cittadina alle porte di Milwaukee, a 5,4 miglia dal tempio sikh. "Stava tutto il giorno in camera e declinava ogni invito a guardare assieme al tv". A Denver, una donna piange disperatamente Page. E' la matrigna, Laura, 67 anni, che sposò Jesse Page quando Wade aveva 10 anni e divorziò da suo padre nel 2001. "Era un caro ragazzino. Ed è a quel piccolo tesoro che il mio pensiero torna di continuo".

Sebbene Page fosse un assiduo frequentatore dei forum neonazi, gli inquirenti non hanno rilevato nei suoi post toni carichi di quell'odio con cui si vorrebbe spiegare la sparatoria di Oak Creek. Dai suoi scritti e dalle interviste rilasciate in veste di musicista, si rileva che l'uomo era certamente un suprematista bianco, che descriveva se stesso come membro della "Hammerskins Nation", gruppo oltranzista radicato in Texas, con ramificazioni in Australia e Canada. I suoi interventi in Rete erano soprattutto esortazioni all'azione in nome dei valori in cui credeva. Non a caso, la band harcore da lui formata nel 2005 si chiamava End Apathy, fine dell'apatia.

Una band mai esplosa, eppure apprezzata nell'ambiente hardcore, nel curriculum i 7'' pubblicati per l'etichetta Label 56 (smarcatasi dalla vicenda con un comunicato) 3, canzoni dai titoli tipicamente "forti" come Self Destruct, un profilo su MySpace scomparso solo 48 ore dopo la strage del tempio. Un power trio di cui Page era cantante, chitarrista, autore e leader, veste in cui nel 2010 rilasciò un'intervista che conferma la sensazione di un uomo fortemente motivato ma anche lucido e riflessivo. "Il progetto è totalmente mio - raccontava -. Ispirato dalla frustrazione derivante dal sapere che abbiamo il potenziale per ottenere molto di più, come individui e come società". Sui temi affrontati nelle canzoni, Page spiegava: "Variano, da quelli sociologici a quelli religiosi. Soprattutto, su quanto il valore della vita umana sia degradato dalla sottomissione alla tirannia e all'ipocrisia a cui siamo stati soggiogati".

Del suo coinvolgimento nel "white power", Page raccontava: "Sono originario del Colorado e sono sempre stato un uomo indipendente. Ma nel 2000 sentii il desiderio di farmi coinvolgere, di partire. Così, vendetti tutto tranne la mia moto e quanto potevo stipare in uno zaino. E attraversai il Paese, visitando amici e andando ai festival e ai concerti. All'Hammerfest in Georgia, poi in North Carolina, su in Ohio, poi giù in West Virginia, fino in California, dove mi unii agli Youngland (la sua prima band, ndr)".

Chi si attendeva di trovare invettive xenofobe e parole di fuoco sarà rimasto deluso. Ma se il metro di giudizio fosse la pura esaltazione, quante band coi dischi marchiati dal "parental advisory" andrebbero indagate dal Fbi? Forse bisogna leggere tra le righe, tra l'idea di "azione", di "miglioramento individuale e sociale", per cercare uno spiraglio da cui guardare nella mente di Page. La saggezza popolare rassicura sul cane che abbaia senza mordere, mentre invita a diffidare dei fiumi troppo tranquilli. Ma la messa a fuoco continua a non essere delle migliori.

Si passa allora all'altro tratto sostanziale della vita di Page, la carriera militare. Ventenne, Wade entrò nell'esercito a Milwaukee nel 1992. Inizialmente come riparatore del sistema missilistico Hawk, in seguito specialista della guerra psicologica, assegnato a un battaglione di Fort Bragg, North Carolina. A Page fu insegnato come tenere incontri pubblici tra le forze americane e le popolazioni locali, come fare volantinaggio nelle zone di conflitto, come usare gli altoparlanti per comunicare con i nemici. Ma non fu mai impiegato in missioni all'estero, spiega il portavoce dell'esercito George Wright.

Fonti anonime sono più generose di dettagli. Page, raccontano, fu congedato nel 1998, senza possibilità di reintegro, dopo essere stato trovato ubriaco mentre era in servizio e per essersi assentato senza licenza. Per punizione, Page dovette scontare giorni di rigore e pagare una multa. E' da quel momento che la vita di Page cambia, nel giro di due anni il soldato specialista si trasforma in un musicista "white power" in giro per la provincia Usa con la mappa dei concerti e dei raduni.

Prima di domenica scorsa, la polizia della periferia di Milwaukee non aveva mai avuto a che fare con Page, nessun precedente nei suoi registri, nessuna indicazione di quanto fuoco stesse covando sotto la cenere. Negli altri Stati, invece, Page ha lasciato qualche traccia, piccoli precedenti per rissa a El Paso, Texas, nel 1994, guida in stato di ubriachezza nel 1999 in Colorado, ancora un arresto nel 2010 per sospetta guida sotto effetto di alcol in North Carolina, con tanto di uscita di strada.

Finché, domenica 5 agosto 2012, Page esce di casa con una pistola calibro 9, detenuta legalmente, e attacca il tempio sikh di Oak Creek. Tra i mille tatuaggi che ornano il suo corpo, i testimoni ne individuano uno in particolare: "9/11", l'11 settembre dell'attacco all'America. E il cerchio sembra chiudersi. Scambiati per musulmani o arabi per via dei loro turbanti, dal 2001 gli indiani della comunità sikh negli Usa sono stati più volte al centro di episodi di intolleranza anti-islamica. Almeno 700 gli incidenti registrati dalla Sikh Coalition, con sede a New York.

La statistica sa essere molto persuasiva e corrobora l'inchiesta dei federali su una vicenda di "terrorismo domestico". Ma anche la forza dei numeri non offre loro risposta certa alla domanda ultima: perché

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