sabato 12 ottobre 2013

IL VERO VOLTO DELLA GUERRA. REDAZIONE, Cerimonie per i soldati morti in guerra Il Pentagono: false, le bare erano vuote, IL CORRIERE DELLA SERA, 12 ottobre 2013

Per sette anni finti funerali nella base Usa delle Hawaii
«Per il riconoscimento dei corpi ci vogliono molti anni»


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Le cerimonie per i caduti erano truccate :«Nelle bare salme di altri uomini». Ufficiali e generali sull’attenti ai piedi dello scivolo dell’enorme C-17 salutano le bare dei soldati morti avvolte nella bandiera degli Stati Uniti d’America mentre una voce intona «The Star-Spangled Banner», l'inno nazionale Usa. Familiari e amici riescono a stento a trattenere le lacrime quando i portatori della pesantissima bara di acciaio saldato e laccato bianco a chiusura ermetica e guarnizioni di gomma, gli passano accanto. Peccato che molte di quelle cerimonie di rimpatrio dei caduti in guerra fossero in verità solo una messinscena.
Cerimonie finte per i militari Usa morti in guerra
FARSA - Il Pentagono ha ammesso di aver organizzato per sette anni nella base americana delle Hawaii delle cerimonie truccate: le bare dei soldati dispersi in azione all’estero erano in realtà vuote o contenevano le spoglie di altri uomini. Ma non basta: come rivela , persino gli aerei che avrebbero dovuto trasportare le bare erano il più delle volte dei modelli non più in grado di volare, trainati lì, sulle piste, apposta per le cerimonie.
RIMOSSI DAL LABORATORIO - Il Dipartimento della Difesa Usa ha sottolineato che le bare contenevano comunque i resti di un caduto e non di una persona qualsiasi. Queste cerimonie sono gestite dal Comando Pow-Mia (Prisoners of War-Missing in Action, cioè prigionieri di guerra e soldati dispersi in combattimento), incaricata di recuperare alcuni degli 83 mila uomini e donne dispersi in missione dalla Seconda guerra mondiale, Corea e Vietnam, fa sapere l’inglese Daily Mail. Di solito queste cerimonie si svolgono quattro volte all’anno, l’ultima volta nell’aprile scorso. Fino ad oggi, l'agenzia ha fatto credere alla gente che le bare contenessero le spoglie dei ritrovati in questi paesi appena giunte negli Usa. Ma, a quanto pare, non era così: il Dipartimento ha dovuto ammettere che i corpi erano appena stati rimossi dai laboratori dove si trovavano in attesa di analisi.
CERIMONIE DI TRASFERIMENTO - Il perché di tutto questo? L’agenzia dell’esercito Joint Pow/Mia Accounting Command, il cui motto è «Fino a quando non sono a casa», procede infatti all'identificazione di un’ottantina di soldati ogni anno. Una volta riconosciuti (in media, ci vogliono 11 anni e un 1 milione di dollari per identificare ciascuno dei soldati caduti), mettono in piedi una commemorazione funebre, dopodiché i resti vengono rispediti al laboratorio. «Sulla base di quanto i media riferiscono - ha detto il portavoce del Dipartimento per la Difesa, il comandante Amy Derrick-Frost - è comprensibile come queste cerimonie “di arrivo” possano essere male interpretate, portando le persone a credere erroneamente che siano "solenni cerimonie di trasferimento"». I veterani di guerra non hanno reagito bene alla notizia. «Se mi hanno preso in giro, ho l'intenzione di essere un cittadino davvero incavolato», ha detto a Nbc News Jesse Baker, un veterano dell'Air Force che ha combattuto nella Seconda guerra mondiale e in Corea. «E so che non sarò l’unico ad essere arrabbiato».

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