domenica 12 maggio 2013

VIOLENZA MADE IN USA. ALESSANDRO FULLONI, Uccisa in casa a otto anni, non fu uno sconosciuto ma il fratellino di 12: arrestato, IL CORRIERE DELLA SERA, 12 maggio 2013


La piccola massacrata a accoltellate mentre i genitori non c'erano. Polemiche per il fermo, previsto solo dopo i 14 anni



L'omicidio aveva sconvolto gli Stati Uniti: una bambina di 8 anni, la piccola Leila Fowler, massacrata in casa a coltellate, la sera del 27 aprile, da uno sconosciuto entrato mentre i genitori erano fuori a cena. Almeno questa era la versione data agli investigatori del Fbi dal fratellino di 12 anni, rimasto solo con lei. L'indagine aveva subito puntato sull'ipotesi di un serial killer, maniaco sessuale. Adesso però si scopre che ad uccidere la piccola è stato proprio il ragazzino. Che è stato arrestato per il delitto nella giornata di domenica 12. Lo ha annunciato Gary Kuntz, lo sceriffo di Calaveras County, la cittadina della California teatro della vicenda, affermando che «ora gli abitanti della cittadina potranno dormire sonni più tranquilli». Ancora non è stato chiarito il motivo per cui il dodicenne abbia ammazzato la piccola.
POLEMICHE PER L'ARRESTO - L'arresto del fratellino, il cui nome non è stato resto noto, è comunque destinato a creare polemiche: in California soltanto i minori sopra i 14 anni possono essere fermati e processati e quindi è molto probabile il suo rilascio. In ogni caso cade la pista seguita inizialmente da polizia e Fbi. Vale a dire quella del serial killer che stava tenendo in apprensione non solo gli investigatori ma anche le famiglie della California.
TOP STORY - Dell'omicidio, e della sua efferatezza, stampa e tv si sono occupati a lungo. Una «top story» con ripetute interviste ai genitori di Leila e agli abitanti di Valley Springs, il piccolo e tranquillo sobborgo di Calaveras County dove abitava la famiglia Fowler. Il fratellino aveva raccontato di aver visto uno sconosciuto, alto e con i capelli grigi, fuggire da casa mentre i genitori erano via, usciti per una cena con amici. Era stato poi lui stesso a dare l'allarme, chiamando in soccorsi. La bimba è spirata in ospedale. Diversi giorni dopo l'uccisione, centinaia di persone si sono riunite per una specie di ricordo alla scuola elementare frequentata da Leila, iscritta alla terza elementare. Sua madre Krystal, in lacrime, aveva ringraziato le famiglie per il sostegno ricevuto. E il fratellino aveva aggiunto: «Con Leila non è stato un addio, la rivedrò presto».
TEST DEL DNA - La versione iniziale data dal ragazzino è stata «smontata» dal test del Dna fatto sui coltelli trovati in cucina. Uno di questi sarebbe stato usato dal dodicenne per accanirsi sulla sorellina. Dapprima un'ipotesi, questa, considerata improbabile. Poi però, anche per via di quel racconto lacunoso e contraddittorio, gli investigatori hanno finito per convincersi: l'omicida era proprio il fratellino di Leila. Arrestato per il delitto.

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